domenica 13 dicembre 2009

Risvegli


E' che ieri sera sono andata in quel posto con la speranza di vederti. Con la speranza di prendermi almeno un tuo abbraccio. Anche se sto meglio adesso, la tua indifferenza, il tuo arrivare e sparire ormai è un'abitudine con cui sto imparando a convivere. Ma a volte sento comunque il bisogno di un tuo abbraccio. E del tuo sorriso.
Ma tu non c'eri ieri sera. Ed ho pensato che tu fossi tornata con lei, che insieme raramente venite a ballare. Ed un velo di delusione ha coperto i miei occhi. Ma questa è la vita, questa è la mia vita: si sopravvive alle perdite, a tutte, figurati se non sopravvivo alla tua. E la serata è continuata, tra cuba libre, sigarette fumate al freddo, fila nel bagno, balli e balletti, prese per il culo, tante risate. E per qualche istante ho anche smesso di sperare di vederti spuntare da qualche parte. Finchè ad un certo punto, ho finalmente ricominciato a vedere le facce delle persone, a udire distintamente i suoni e le voci, a sentire il calore di un abbraccio sconosciuto. Quel posto che senza di te mi era sempre sembrato vuoto, adesso riacquistava forma, colore e dimensione. Ed ho smesso di pensarti. Ed ho sentito all'improvviso la voglia di tornare a vivere, e le gambe doloranti continuavano a ballare, a saltare, e per la prima volta dopo tanto le risate sono state vere, così come i miei sorrisi. è che dopo un anno per la prima volta mi ero liberata dell'unica immagine fissa che avevo in testa: la tua. E ballavo, ballavo, saltavo, e ballavo. Finchè non sono rimasta sola con lei, e appena si è avvicinata ed ha iniziato a strusciarsi a me, quando i nostri corpi si sono iniziati a toccare, sempre più vicini, muovendosi a ritmo, incastrandosi...ho avuto voglia di baciarla, e di chiederle "dormi da me?". E se non fosse che è un'amica, e con le amiche si fanno le amiche, e basta...beh, se fosse stata una qualsiasi altra estranea probabilmente ci avrei provato, o avrei lasciato che fosse lei a provarci. Ma era un'amica, ed io non sono una stronza. Eppure...sì, l'avrei baciata. Anche se forse non me la sarei portata a letto. Ma non c'è modo di rinascere, senza peccare. Che abbiano ragione gli afterhours? Può darsi. Non lo so. So che in un anno passato a rincorrerti, non avevo mai avuto desideri verso nessun'altra persona, maschio o femmina che fosse. Mai.

domenica 29 novembre 2009

Che va bene così (senza parole)


A volte vorrei prendere anch'io una di quelle pasticche che ti prendi tu. Chissà cosa vedi, chissà cosa pensi. E stasera ti guardavo ballare, avevi gli occhi chiusi ed una specie di sorriso sulla bocca. Chissà a cosa pensavi. Ed avevi la musica dentro te. E ti muovevi a ritmo, con quel sorriso sulle labbra. E quando sono venuta da te, e ti ho tirato per la maglia, è sembrato che ti svegliassi da un sogno. E sarà stato l'effetto dei quattro cuba libre che hanno seguito il vino che già aveva un po' scaldato lo stomaco e surriscaldato il cervello, sarà per l'effetto di tutte quelle sigarettine che mi piacciono tanto...ma io stavo lì, e ti guardavo...ed eri così bella. Ed io guardavo te, e per un attimo è sparito tutto il male, per un attimo mi sono detta "ok, a me ora va bene così". Dimmi che cosa prendi quando ti svegli, dimmi che tipo di pillole mangi, dimmi che cosa che cosa ti dà quell'inaccessibilità. E nell'idiota speranza che tu mi chiami, lascerò il telefono acceso stanotte. E sono patetica, lo so. Ma per stasera non mi interessa, perchè sì, alla fine mi va bene così, e continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia, ora ammetto che la colpa forse è solo mia, avrei dovuto perderti, invece ti ho cercato.

martedì 24 novembre 2009

Compleanni


Tra poco sarà di nuovo il tuo compleanno. Sono passati 6 mesi da quando ti feci gli auguri. E tu poi mi chiamasti quel pomeriggio, ma io non risposi perchè ero a farmi la doccia in uno schifossissimo bagno di uno schifosissimo albergo a Venezia, che ero fuori da tanti giorni e volevo solo tornare per vederti. E volevo anche regalarti qualcosa, ma poi non ho mai saputo cosa avrei potuto regalarti e non ti ho fatto nulla. E tra altri 6 mesi sarà di nuovo il tuo compleanno. Ma chissà dove saremo, 6 mesi sono un tempo lunghissimo, anche se poi i giorni passano e si fa presto ad arrivarci. Vorrei regalarti un libro da tempo, ma non trovo mai il coraggio di farlo. O forse è solo che non ho mai trovato il libro adatto. O è solo che non ho voglia. E continui a riempirmi di silenzi, e le poche cose che mi dici sono solo bugie. Ma le tue bugie poi vengono sempre fuori. Potresti anche dirmi la verità, tanto ci rimango male in tutti i casi quando non mi vuoi vedere, quando prefrisci qualcun'altra a me. Ma tu forse non lo sai che io le vengo a sapere, ma se mai ci rivedremo, sarà la prima cosa che ti farò notare. Ma forse non ci rivedremo più io e te da sole. E sabato è stato il bacio più bello che ti abbia mai dato. Anche tu sei rimasta un po' sorpresa della cosa, non te l'aspettavi. E domenica poi ho vomitato tutto quello che avevo bevuto sabato, ed ho rivomitato anche te, che non ti voglio più. E adesso devo andare a farmi la doccia, perchè devo uscire e mia madre è meglio se non mi vede così, si preoccuperebbe più di quello che non è già.

mercoledì 18 novembre 2009

Ci sono troppi modi


Per farmi ancora più male...come se quello che ho visto sabato non mi fosse bastato, sono andata a leggere un blog "a tema", in cui chi scriveva ha raccontato del suo primo bacio con una donna. E la mia testa si è riempita di ricordi che avevo provato a rimuovere, di sensazioni che ancora mi fanno battere il cuore. E mi sono riempita nuovamente di te. E' passato quasi un anno da allora, ricordo che era fine novembre, ma non riesco a ricordare il giorno preciso. Strano, di solito ho la fissa per le date. Invece, di te ricordo solo che era un mercoledì. Ti ho aspettato sotto casa per mezz'ora, che non volevo entrare per poi riuscire: le mie coinquiline mi avrebbero chiesto "con chi esci?", ed io non volevo dirglielo. Che poi...non ci sarebbe stato niente di male, visto che spesso eravamo uscite insieme, eravamo amiche. Ma quella sera non mi andava di dirglielo. Come se avessi avuto un sesto senso. Come se avessi capito come sarebbe finita. Mi hai portato in centro, con la tua macchina scassata. Ed io ho scelto il pub. E prima di entrare ci siamo sedute sulle scale fuori a fumare. E poi siamo entrate...e dopo la prima birra abbiamo preso la seconda. E poi la terza. e ricordo che dopo la seconda sei andata in bagno, e mentre tornavi al tavolo mi hai sorriso e mi hai chiesto "Che c'è?". Chissà cosa hai letto nei miei occhi, perchè io ricordo di aver pensato "Sembra quasi un uomo. Ma è una donna, cazzo. Però...quant'è bella.". E dopo la terza birra siamo uscite, e siamo andate alla macchina. E poi sotto casa mia, abbiamo continuato a parlare, a ridere, a scherzare. E poi di nuovo a fumare. E mi scappava forte la pipì, ma non volevo andarmene...per la prima volta dopo mesi ero finalemente tranquilla e senza pensieri. Era una bella sensazione, che ormai nemmeno ricordavo. E poi ti ho detto che dovevo andarmene, e tu ti sei messa a fare storie e paranoie. E quando finalmente mi sono decisa ad aprire la portiera della macchina...beh, tu mi hai afferrato per il collo del giacchetto...e mi hai tirato a te. Con forza, decisa. Ho visto il tuo viso farsi sempre più vicino al mio. Ma tutto andava veloce, tu ti avvicinavi sempre più. Ed è stato il panico. Ho avuto paura. Tu eri una donna, cazzo. Tu sei una donna. E poi...le tue labbra su di me, sulle mie labbra. Ed io che non capivo. Ed io, che il cuore e la testa facevano a botte, già in partenza. Ed io, che avevo il cuore in gola, e non avrei voluto più scendere da quella macchina. Ricordo ancora adesso quanto mi batteva il cuore, era una sensazione che non avevo mai provato, mai. E non capivo. E poi, dopo un tempo che ancora oggi non so quantificare, mi hai guardato e mi hai chiesto "Tutto bene?" - "Sì", ho risposto un po' tremolante. No, non andava per niente bene. Ma come facevo a dirtelo? E poi sono scesa. E mentre stavo chiudendo lo sportello tu mi hai uralto "Fatti sentì eh!". Ed è stata la notte più intensa della mia vita quella. Non riuscivo a smettere di pensare a quel bacio, e quella cosa che sta nel petto non assomigliava più ad un cuore, perchè batteva troppo forte, con ritmo sconnesso. Un cuore malato, ecco cosa sarebbe potuto sembrare. Un cuore malato, come poi si è dimostrato in tutto questo tempo. Forse ho dormito due ore quella notte, forse...ricordo però che il giorno dopo non ero stanca, emanavo energia che sembrava non finire mai. Ma l'energia non si crea, e non si distrugge. E' un flusso. E tu ti sei presa tutta la mia energia, e probabilmente l'hai spesa tutta per lei. Ho nutrito il vostro amore, ho ucciso me stessa. Ho fatto tutto da sola: davo energia a te, ma non pensavo a procurarla per me. E così alla fine sono rimasta senza. Mi sono illusa di avere quel qualcosa in più che potesse piacerti, mi sono illusa di avere quel qualcosa in più che invece non avevo, se non il fatto che ogni volta che volevi scopare e non c'era lei...beh, c'ero io!

E adesso che non ci sei più, e adesso che il più assume la forma dell'infinito, adesso che il nostro tempo è finito, adesso che troverai un'altra che prenderà il mio posto, e adesso che so che lei non perderà mai il suo posto...adesso che mi ritrovo senza te...tutto sembra sbiadito, la mente è annebbiata, e dentro ho un dolore che toglie il fiato.

"perchè quando il dolore è più grande poi non senti più. E per sentirti vivo ti ucciderò, ti ucciderò. Vedrai, vedrai se il mio amore è una patologia saprò come estirparla via. Lo sò, lo sò che il mio amore è una patologia vorrei che mi uccidesse ora."

lunedì 16 novembre 2009


Stamattina quando ho aperto gli occhi ho guardato fuori e c'era il sole. Finalmente oggi è sbucato, e voglio credere che sia qui per me. Ne ho bisogno. Ho bisogno di guardare fuori dalla finestra e sentire il suo calore su di me. E forse è vero che non c'è modo di rinascere senza peccare. Ma tu hai voglia di rinascere o è solo che non sai come finire? Non lo so. Ma se per rinascere dovrò peccare, stavolta lo farò. Non ci sarai più tu nella mia vita, adesso è l'ora che entri qualcun'altro...e non mi interessa chi. Tu non sei in grado di colmare il vuoto che crei in me. E cercherò chi saprà come fare. E si va avanti. Questo sole tiepido di fine autunno mi scalda e mi rasserena. Non ho fiducia nel futuro, non ho fiducia in me...ma finalmente non ho più fiducia nemmeno in te. E non c'è torto o ragione, è il naturale processo di eliminazione. Cerco nuova vita negli occhi speranzosi di chi ho vicino, cerco calore nei pochi abbracci che mi sanno consolare. Cerco quello che tu non mi hai mai saputo dare, ma che testardamente continuavo a cercare in te. Non ci sarai più tu. Mai più. Non voglio stare più così, non per te. Si riparte da qui. La vostra immagine la porterò dentro, con me, a ricordarmi chi sei, a ricordarmi che non cambierai mai. A ricordarmi che merito di più. Sei parte di me, ma devo andarmene da te. Che alla fine mi voglio bene, a modo mio ma mi voglio bene.

domenica 15 novembre 2009



Apro l'ennesima birra. Il rumore della lattina che sfiata, ormai mi è familiare. Oggi ne ho bevuta troppa, lo so...più di tre litri. Ma mi è rimasto solo questo. Tu non ci sei più. Sento diventare realtà il "per sempre". Sento che non ci sarà mai più un noi due. Sento che qualcosa è cambiato, ed il per sempre senza te mi spaventa. Ma non posso continuare così, e quindi mi butto nel nulla, faccio un salto nel vuoto (che verrà). Perchè come al solito mi lasci sola, come al solito te ne vai da lei. E per tutto il giorno ho avuto in mente la scena di ieri sera: tu e lei, che vi baciate. E mi toglie il respiro questa cosa. E mi fa venire la nausea. E mi brucia lo stomaco. E non riesco a far niente, mi sento come paralizzata, guardo il filo che mi unisce a te e non so come tagliarlo. Non ho le forbici. Sto male, e come al solito non ci sei. Non ci sei mai.

E per la prima volta dopo un anno...gli occhi si fanno umidi, ed una lacrima sincera scende sulla mia gota. Vedervi insieme stavolta è stata come una pugnalata dritta nel petto. E più ti evitavo, più ti incrociavo. Mi piacerebbe sai, sentirti piangere, anche una lacrima, per pochi attimi.Che almeno saprei che un po' ci tieni a me.

sabato 14 novembre 2009


Metterò la tua maglietta per dormire..la mia maglietta, quella che avevi te ieri notte...ieri notte, quando sono riuscita a toccarti senza paura, perchè il desiderio si averti, di sentirti mia, era diventato ormai incontenibile. ieri notte, quando per la prima volta ti ho parlato col cuore in mano, e ti ho detto che mi fai star male quando te ne vai. E stanotte meetterò la tua maglietta per dormire, e sarà come averti qui con me. Sarà come sentire di nuovo le tue braccia fragili che mi stringono forte, e la tua faccia sulla mia spalla. Ed il tuo petto che si gonfia sulla mia schiena. E sorriderò addormentandomi, con quel pizzico di paura che ormai accompagna tutte le mie sere più serene.

mercoledì 4 novembre 2009


Fisso lo schermo di questo computer, in attesa di non so cosa. Vorrei scrivere quello che ho dentro, ma non posso, non riesco a tirarlo fuori. E' sepolto sotto, talmente sotto che anche per me è difficile arrivarci. Ho bisogno di morire per poi rinascere, nuova, pulita. Ho bisogno di aria fresca e non so dove trovarla. Mi affaccio alla finestra di camera mia. Fuori piove. Ieri c'era il sole. E cambio umore con la stessa facilità con cui qui cambia il tempo. Ma non mi cambio più i vestiti, e non faccio più lavatrici. Mi sento sporca, e sporca voglio essere anche fuori. Mi sento come se qualcuno mi tenesse la testa sott'acqua, ed io non potessi più risalire. E sott'acqua tengo sempre gli occhi aperti, ed è come se vedessi già il mio corpo disteso sul fondo. Su un fondo che in realtà non riesco a vedere perchè troppo lontano da me. Sto annaspando. Adesso ho anche un gran mal di testa, ma non mi voglio prendere nulla. Che già mi prendo abbastanza birra, ed il fegato mi serve. Devo giocare, domani. E stasera voglio andare a correre sotto la pioggia, che mi libera la mente, mi scarica le gambe. E probabilmente mi fa prendere una bronchite, ma non importa. Con la febbre alta potrei anche svisionare, e sarebbe la cosa più bella che mi sia capitata negli ultimi mesi. allucinazioni. La realtà distorta. Chissà cosa vedrei. Probabilmente vedrei te. O forse no. L'ultima volta che sono collassata ti ho visto nella mia mente, che correvi ed io ti rincorrevo. Ma che cazzo sto scrivendo? Non una frase di quelle che ho scritto finora ha una connessione logica con quella dopo. Ma la testa mi scoppia. E' talmente piena di pensieri, che finisce che non penso più a nulla. Ho bisogno di un caffè, forte e amaro.

martedì 3 novembre 2009

Che non capisci gli incubi dei pesci rossi


Te ne sei andata, di nuovo. Ed io non so più come fare. Perchè ogni volta che non ci vediamo per qualche giorno è così: tu torni da lei. Sarà che hai più tempo per pensare, sarà che il tuo vuoto diventa più grande. Sarà per un milione di altri motivi che nemmeno riessco a pensare. Ma il dato di fatto è che tu te ne vai. Ed è sempre così. Ed io inizio ad essere stanca di fare questa vita, di rincorrerti per poi accorgermi che in realtà non ti prendo mai. E come scriveva Vasco: "Ti permetto di ferirmi e di disinfettarmi con un'averna in un bar orrendo alle sei di pomeriggio". Sei la mia malattia e la mia cura. Sei il mio male ed il mio bene. "Oggi il mio passato mi ricorda che io non so sfuggirti senza fingere. E che non posso sentirmi libero dalla tua corda, dal tuo patibolo. E un’altra volta mi avvicinerò alla tua bocca, mi avvicinerò. E un’altra volta mi avvelenerò DEL TUO VELENO MI AVVELENERO' ". Ma mi fa male tutto questo veleno. Mi fa male tutta questa sete che ho di te. Tu mi fai male. E lo sai. Cazzo se lo sai. Perchè stavolta te l'ho detto. E qualsiasi cosa tu faccia, sai cosa voglio, sai chi voglio. Stavolta lo sai, e non puoi fingere di non saperlo. Ma continui a farmi male, incurante di me e di quello che c'è fra noi. Non riesci ad andare avanti, e non riesci a tornare indietro. Ed io non so dove sbattere la testa. E vorrei sbatterla forte, talmente forte da farmi male, da aprirla in due e far essiccare all'aria tutti i pensieri, tutti i ricordi. Tutto. Una nuova vita. Una nuova ossessione da raggiungere. Un nuovo amore di cui nutrirmi, di cui sorridere, lasciando da parte i pianti e gli esaurimenti e le telefonate inconcludenti. "Che non capisci gli incubi dei pesci rossi", che io mi sento un po' come loro. Dentro quella vasca di vetro stondata, dove ti arrivano immagini distorte della realtà. E tu vorresti gridare il tuo disagio ma non ci riesci. Non puoi, perchè sei muta. E nessuno di quelli che ti passano accanto ti capisce, nessuno nota quanto stai male. La gente passa, ti guarda, per fare poi apprezzamenti così stupidi e superficiali che tu sprofondi ancora di più nel tuo vuoto, fatto di silenzi. E di assenze.

venerdì 30 ottobre 2009


Svegliatemi da questo dolce sogno, ricordatemi quanto male mi ha fatto, ricordatemi che tra noi due c'è sempre stata e sempre ci sarà lei, la sua presenza, il suo fantasma. Ricordatemi come ho vissuto gli ultimi due mesi. Ricordatemi che lei non è mia, non lo è mai stata e non lo sarà mai. Ricordatemi che lei è e sarà per sempre sua, che io sono solo un morbido rifugio per tempi meno buoni. Eppure...è così bello sentire il tuo respiro mentre ti addormenti, è così buono il tuo odore la mattina appena sveglia, con gli occhi ancora impastati per il sonno, che mi guardi e mi dici "vieni qua", e mi abbracci per poi riaddormentarti. E' così bello il modo in cui torni indietro per darmi un bacio prima di andare in bagno, e guardarti mentre versandomi l'ennesimo bicchiere di birra mi dici "mi piace che tu non mi dica mai di no". E mi piace quando mi prendi in giro. E quando sbuffi che è già mattina. E quando mi prendi per mano, e mi dici "tranquilla, quando sei con me non ti picchia nessuno. non sei contenta?". E sapere che mentre gioco sei lì fuori dal campo a tifare per me, non sai che effetto mi fa. E non vorrei svegliarmi più da questo sogno.
Ma i sogni sono destinati a finire. Così come noi. Siamo destinate a finire. Come sempre. Per perderci, nel niente. Scapperai di nuovo da me, ed il solo pensiero mi uccide. Ma non so come tenerti a me. Ed il nostro rapporto ha fatto passi avanti. Ma non sono abbastanza, anche se a me sembrano passi enormi. Svegliatemi, vi prego. Svegliatemi prima che sia troppo tardi. Oppure uccidetemi.

giovedì 1 ottobre 2009




IN DEPRE
(SENZA RETE)

sabato 26 settembre 2009

E d'improvviso


E d'improvviso...il vuoto si riempie, dalla finestra socchiusa entra uno spiraglio di luce, anche se è ancora troppo presto per vedere un'alba. E d'improvviso...sei arrivata tu. A riportarmi un po' d'aria fresca, a dissetarmi dall'arsura che mi si stava creando intorno. All'improvviso arrivi tu. Sbuchi sempre fuori così, come d'incanto. E mi guardi con quegli occhietti spenti, che ancora non ho capito cosa tengono sotto. E mi strappi sempre qualche gesto affettuoso. Stasera ti sei presa pure un bacio, oltre che un abbraccio. E ti prendi sempre i miei sorrisi. Perchè quando sto con te sorrido un sacco, sai? Con le altre rido, ma con te sorrido. E ci rivedremo, quando capiterà. Sarà un'altra piacevole sorpresa. Come sempre. Ti abbraccio da qui, sperando tu possa sentire il mio pensiero. Buonanotte.

venerdì 25 settembre 2009


IERI ALLE 18 (credo) SCRIVEVO:

Scriverti adesso è diventata una necessità, non è più solo una voglia. Mi guardo intorno, e mi rendo conto che ogni volta quando cerco di staccare la spina vengo sempre qui, qui dove mi hai portato la prima volta che mi hai chiesto di accompagnarti a portare fuori il cane; qui dove ogni volta venivamo a fumarci una sigaretta. Qui dove una sera fredda di dicembre siamo venute a berci una birra e tu mi dicesti "E' la prima volta che compri una birra di marca" ed io ti risposi "Me l'hanno lasciata dopo una cena..eheh!". E quella stessa sera per la prima volta mi facesti sussultare con un tuo messaggio: tre parole, solo tre stupide parole che mi fecero tremare il cuore, solo per un attimo. Non andare lì. E se non fossi dovuta passare a prendere quella mia amica che era sull'orlo della depressione, beh...non sarei di certo andata lì, ma sarei rimasta qui con te. E per tutta la sera non feci altro che pensarti. Qui, dove tante volte siamo venute; qui dove ovunque io mi giri, respiro te. Ed ogni tanto mi giro verso l'ingresso del prato, sperando che tu appaia. Ma tu non arrivi mai. Ti chiamerei. "Ehi, ti va una canna?". Ma tu non apparirai, tu non verrai qui stasera, non hai motivo di venire, per di più per venire da sola. In caso verresti con lei, e la cosa sarebbe ancora peggio. Quindi posso anche darmi pace. Eppure non riesco a smettere di alzare la testa e e voltarmi. Perchè? Sei diventata un'ossessione. Cazzo, e ora sono talmente fuori che non riesco nemmeno a scrivere. Ed ora devo tornare a casa, e sostenere una conversazione civile, e non so come cazzo fare. merda. E stasera devo pure uscire, devo andare a bere una birra fuori con un'amica, e non posso stare così imparanoiata. merda. Il sole sta scendendo, tra poco sarà completamente coperto dall'albero. sole che muore al tramonto, in un giorno qualunque di luglio. Solo che ora è settembre, e a settembre il sole tramonta prima. Tra poco avrò freddo. Ma non posso tornare a casa, non posso ancora tornare alla reatà. Voglio farmi cullare ancora un po' dalla tua immagine, voglio sorridere ancora un po' ricordandoti, mentre il peso della tua assenza si fa sentire sempre di più. Voglio stare persa ancora un po' in questa malinconia, che adesso è quasi dolce, e fa venire voglia di piangere. Quante volte tornerai in un pianto inatteso. Un bambino è passato e si è fermato a dirmi ciao. Io lo guardavo senza rispondere. La mamma si è avvicinata per richiamarlo. Non mi piacciono i bambini, ed io non piaccio mai ai loro genitori. Sarà per i miei occhi, o forse perchè non sorrido ai loro figli impertinenti. Non li fanno mai avvicinare troppo a me. Il sole è finito dietro l'albero adesso, sono completamente all'ombra. E fa freddo. Ho la pelle d'oca, quando fumo è sempre così, divento freddolosa. Devo rientrare. Ancora dieci minuti. Gli ultimi dieci minuti.

giovedì 24 settembre 2009


Ieri ero in giro con mia mamma. E' stato come vivere in un film: mi è passato accanto un bambino, avrà avuto 15 anni...ma aveva il tuo stesso colore di capelli, aveva un taglio simile a quello che avevi quando ci siamo conosciute, e la tua stessa faccia, un misto tra il timido e lo strafottente. Mi sono girata di scatto, e non so quanto tempo sono stata a guardarlo allontanarsi. In realtà non guardavo lui. Nella mia testa c'è stato come un flash, è passata veloce l'immagine di noi due sul letto, sdraiate, e tu che guardandomi mi sussurri "Quanto mi arrapi!". E ricominci a baciarmi. Un tuo sorriso. E poi la voce di mamma "Ehi, stai bene? Che hai? Vuoi fermarti a prendere un caffè?". "No mamma, grazie, mi sente solo un po' la testa". Un ultimo sguardo dietro, e il bambino con i tuoi capelli non c'era più. E la verità è che mi manchi, in ogni cosa che faccio sento la tua mancanza: quando gioco, perchè spesso dopo le partite passavo da te; quando vengo al tabacchi sotto casa tua a comprare le cartine, che un tempo ti avrei chiamato per prendere un caffè insieme; quando attacco msn che un tempo avrei sicuramente trovato qualche tuo msg; quando scorro la rubrica del telefono, che so che non ti posso nemmeno scrivere ciao; quando ascolto la musica, quando cammino per strada, quando rido e quando sono triste, quando bevo...tu mi manchi. Ed a volte la tua mancanza è difficile da nascondere, a volte mi sento come imprigionata nella tua rete. A volte invece mi sento in depre senza rete. A volte non mi sento proprio.

Dentro nella tua rete bevi della mia sete sabbia mobile è questo che sei e non ne uscirò mai

giovedì 17 settembre 2009

Mai più


E' uscito il sole. Timido e silenzioso, stamattina ha fatto capolino tra le nuvole. In terra l'asfalto è ancora bagnato, probabilmente ha piovuto tutta la notte. Quando sono andata a letto stanotte, pioveva fortissimo e c'erano dei tuoni che facevano solo venir voglia di coccole! Peccato che fosse lei a prendere le tue coccole, ed io fossi sola nel letto con una birra e qualche misera canzone nella playlist di mediaplayer. Tutti avevano previsto questa fine, tutti tranne io, che stavolta cazzo c'avevo creduto davvero. Non che saremmo state insieme o chissà che, ma che tu rimanessi; non ho mai chiesto tanto, volevo solo che tu ci fossi, il come non mi interessava. Ed invece cazzo ogni volta che torni da lei, o meglio che lei torna da te dopo averti lasciato per la trimilionesima volta, ogni volta tu torni con lei e ti dimentichi di me. E non capisco perchè. Sono arrivata alla conclusione che il problema sono io, perchè vedo che le altre persone continui comunque a vederle, e continui a sentirle. Con me solo silenzio. Perchè?

"Io vorrei defilarmi per i fatti miei ,io saprei riposarmi ma tu non cercarmi mai più. Non voglio mica la luna, chiedo soltanto di andare, di andare a fare l’amore ma senza aspettarlo da te"
Già. Vorrei avere un altro qualsiasi rapporto, ma non riesco a staccarmi da te. Gli altri sono solo visi indifferenti ed anonimi che entrano nella mia vita e ne escono senza lasciare alcun segno. Non so nemmeno se voglio un uomo o una donna. In questo momento l'unica cosa che voglio sei tu, e tu non ci sei. E non ci sarai più. Stavolta so che non tornerai. Devo imparare a camminare senza di te; devo separarmi dai ricordi di te. E ieri sera sotto la pioggia, prima di tornare a casa, sono passata sotto casa, e c'era la sua macchina. E non ci passerò mai più, l'ho giurato a me stessa. Mai più passerò da quella strada, mai più ti cercherò. Se e quando ti rivedrò, sarà in un campo di calcetto. E lì sfogherò la mia sconfitta. Lì io sono in vantaggio, e lo sfrutterò, come tu hai sfruttato il tuo vantaggio fuori dal campo. E ti farò mle, così che tu non mi cerchi mai più, così che tu sappia quanto male mi hai fatto, così che tu mi pensi il giorno dopo quando ti vedrai il livido. Ma pensami in silenzio, non voglio avere più niente a che fare con te. Mai più. Voglio tornare a vivere, senza di te e senza il tuo pensiero. Voglio tornare a sorridere. Senza di te. Senza che tu sia la causa dei miei sorrisi o dei miei pianti. Mai più.

mercoledì 16 settembre 2009

Il Vampiro


Tu che t'insinuasti come una lama
Nel mio cuore gemente; tu che forte
Come un branco di demoni venisti
A fare folle e ornata, del mio spirito
Umiliato il tuo letto e il regno-infame
A cui, come il forzato alla catena,
Sono legato: come alla bottiglia
L'ubriacone; come alla carogna
I vermi; come al gioco l'ostinato
Giocatore, che sia maledetta.

Ho chiesto alla fulminea spada, allora,
Di conquistare la mia libertà;
Ed il veleno perfido ho pregato
Di soccorrer me vile. Ahimè, la spada
Ed il veleno, pieni di disprezzo,
M'han detto: "Non sei degno che alla tua
Schiavitù maledetta ti si tolga,
Imbecille! Una volta liberato
Dal suo dominio, per i nostri sforzi,
tu faresti rivivere il cadaver
del tuo vampiro, con i baci tuoi.

domenica 13 settembre 2009

Non è più domenica


Ah! Da quando Senna non corre più...
Ah! Da quando Baggio non gioca più...
Oh no, da quando mi hai lasciato pure tu...
Non è più Domenica!

Così cantava Cremonini. Ed ahimè quanto ha ragione! Non che io e te siamo mai state insieme. Ma quando c'eri, riempivi tutte le mie giornate, e con ansia aspettavo il weekend, e la domenica avevo sempre un sorriso ad ebete sulla faccia, indipendentemente da dove andassi a dormire. La domenica non mi sentivo mai sola. Ed invece, adesso è tutto diverso. E tu non ci sei. E ieri sera ho bevuto 2 litri di birra e 2 mojito, e ti vedevo in tutte le persone che mi passavano accanto. E più bevevo per scappare da te, e più mi si sdoppiavano i volti che avevo davanti; e più mi si sdoppiavano i volti che avevo davanti, più mi passavano in testa come un flash le immagini di me e te. Ed allora continuavo a bere, e a far finta di ridere con le altre. Mentre dentro mi si apriva un vuoto sempre più grande. Oggi ho passato la domenica a letto. Alle 4 quando ho aperto gli occhi avevo solo un gran mal di testa, avevo voglia di vomitare e voglia di bere. Volevo altro alcol. Per colmare il mio vuoto. Per mettere a tacere la mia solitudine. Volevo solo tornare a sorridere come qualche mese fa. Ho preso un bicchiere e c'ho rovesciato del prosecco. Al secondo sorso, la nausea era così forte che mi sono maledetta. E lo stomaco bruciava da morire. Ma sono andata avanti, piano piano, a piccoli sorsi...me lo sono finito quel bicchiere. E poi sono andata al supermercato. E c'era tanta gente, troppa. Ed in realtà non avevo niente da comprare, e in quell'ambiente così grosso rimbombavano le voci della gente, le loro risate, i loro stramazzi; faceva caldo, ed io sudavo. Trasudavo alcol. E tutti mi guardavano. Ho preso una bottiglia di rum, e sono andata verso le casse. E a chi mi guardava incuriosito, o schifato, lanciavo occhiate gelide, obbligandolo a distogliere lo sguardo. E a casa ho continuato a fumare. ma io non sento niente se non la tua assenza, chiassosa assenza.

martedì 8 settembre 2009


Ti verrei a prendere sotto casa per portarti di nuovo al mare, con una birra e quel poco fumo che ci rimane. Con quella birra scadente che beviamo da sempre. E mi farei di nuovo spingere in quel bagno sporco, con quell'odore forte da dare alla testa. anche se io quando mi hai ributtato dentro, mica lo sentivo più il tanfo che emanava! E poi sulla strada di casa vomitare per il troppo averna bevuto. E tu che ti prendi cura di me. Ed era una bella sensazione sai. E ti verrei di nuovo a prendere per portarti a ballare, con la paura che lei ci veda. perchèpoimipicchia. Ma non mi interessa, prenderei schiaffi nel viso e pugni nello stomaco, per essere di nuovo lì accanto a te.
Ma combattere per ciò a cui tengo non è il mio forte.
E così, tu non ci sei più. Ed io non ho più la forza per venire a riprenderti. O forse è solo che ho paura della risposta. Ma il risultato non cambia. E stasera sono andata a correre nel nostro posto. Ed ho avuto paura di incontrarvi. Perchè in realtà quello è il VOSTRO posto. E mi è sembrato di vederla. Ed allora quando sono tornata indietro ho fatto la stessa strada, e sono ripassata di lì, incurante della mia paura dei cani. E c'era un cane sciolto che correva su e giù. E mi è preso il panico, sai? No che non lo sai. Come potresti saperlo se io non te lo dico? è che non posso dirtelo, perchè tu non mi rispondi più. E correvo forte, incurante delle ginocchia che cedevano, incurante di quel dolore alla milza che toglieva il respiro. Correvo forte sperando di svenire. "che magari se vado in ospedale lei mi viene a trovare", pensavo. E correvo sempre più forte. Ma io non sono svenuta. E tu sei tornata fra le sue braccia. Ti ho lasciata andare anche stavolta. E avevo gli occhi umidi ieri mentre correvo, ma le lacrime non scendono mai. Non riesco più a piangere. Da troppo tempo ormai. E ti sarei venuta a prendere alla stazione quando tornavi qui. Ma io non so nemmeno se sei tornata qui, tu non mi hai risposto quando ti ho chiesto "quando torni?". E gli esami sono vicini, e tu sei troppo lontana dalla mia stanza. Che ogni volta che mi affaccio dal terrazzo guardo verso casa tua, anche se il tuo palazzo è nascosto da altri palazzi anonimi che però mi tappano la vista. E l'unica cosa che spero adesso è che di giocare contro, perchè lì sarai costretta a guardarmi negli occhi, e non potrai scappare. Perchè scappare è la cosa che ti riesce meglio, ed è anche una mia specialità. Ma in campo non scappo mai. In campo lotto per vincere, e non ho paura di niente, e non ho mai avuto di farmi male. Ed è per questo che anche quando perdo in realtà vinco. Ma la vita non è una partita di pallone, la vita è tutta un'altra cosa. Io fuori dal campo sono tutta un'altra persona. E fuori dal campo continuo a perdere. continuo a perderti. continuo a perdermi.

lunedì 7 settembre 2009

Pazzia



una volta che ti rendi conto di esser diventata pazza...beh, non è poi tanto male la vita. perchè basta prenderne coscienza. come per tutto il resto. come del fatto che non so dove cazzo sei. come del fatto che al momento odio la mia coinquilina con tutta me stessa. come del fatto che non ho voglia di studiare. ecco, oggi ho preso coscienza del fatto che sono diventata pazza. e adesso...posso anche volare. la mia mente non ha più limiti.

sabato 5 settembre 2009

Pensieri rubati


voglio solo quello che con le mie braccia poco allenate riesco a trasportare. tipo il tuo corpo per qualche metro. E bruciare i letti in cui hai scopato. E raccontare delle barzellette pornografiche ai palazzi tristi e pensierosi. dirgli che siamo architetti ingegnieri geometri e muratori delle nostre decisioni. tra altre orchestre di clacson. tirocinanti, stagisti e precari e scrittori di brutti racconti.


O se ti ricordi di me perché ti fa male la bocca. trascriviamo sullo schermo del computer il nostro essere frastornati. Le ragazze che seguivamo. gli ombrelli sfasciati che attiravano la nostra attenzione. un detergente intimo per dimenticarmi di tutto. Che anche se sei una donna bionica ti si arrugginiscono le guance. chissà se amarsi come gli animali serve a lasciarsi le impronte. come i rosari appesi agli specchietti retrovisori. in poche parole volgari. mi capita raramente di pensarti. Chi sarà di noi la memoria dei viaggi in macchina ascoltando capossela. sarai un monumento nelle mie viscere. darò il tuo nome a migliaia di piazze e a milioni di vie. La materia grigia nelle betoniere. registrare col sismografo il rumore di frizione che sfrega o i nostri cuori che tossiscono. come per attirare l'attenzione. La melodia che hai composto andando via. Sorvoleremo ancora i falchi nella periferia di siena. Che poi è fatta di prati. non andremo ad abitare a berlino. però forse nuoteremo a rana nei canali di scolo di venezia. e poi ci faremo ricoverare nella stessa stanza. Come quegli animali che non si capisce mai se si stanno massacrando o se stanno facendo l'amore.


un pomeriggio con te. che non c'è. sempre circondati di assenze. di persone che prendono degli aerei a basso costo per andarsene. in fila al bancomat. come se avessi un pozzo di petrolio da qualche parte. che mi metti delle tristezze telefilmiche. mi struggi. E cosa pensava de andré mentre concimava la terra. E piero ciampi mentre pisciava nei bagni dei bar di roma. in preda all'allegria e alla pensieratezza. amori in miseria. o solo ipoglicemia collettiva. in perfetta solitudine nel millenovecentonovanta. che mi fai banalmente passare la fame. [...] e settembre che fa diventare piccole le ombre. e gli estintori sulle paranoie. [...] Il tempo impreciso di una sigaretta. con fretta e con calma. come si lascia una persona addormentata. e i miei capelli metereopatici che tutti mi chiedono se me li sono tagliati. invece l'estate sta facendo finta di niente. e i miei pantaloni rossi che improvvisamente si sono rotti anche quelli. e vorrei essere nei pezzi a random del tuo i-pod. aggiornando una vecchia e stupida poesia di benni. e i migranti che camminano sotto i grattacieli. e schivare la meglio gioventù che vola giù. E se gli angeli sopra berlino ascoltassero i miei pensieramenti quando cammino da solo. attraversando tutti i tipi di asfalto e gli stati umorali concessi ai miei cromosomi europei. che vado avanti a frasi ripetitive. e a cose vaghe che dovrei fare. [...] Ti permetto di ferirmi di disinfettarmi con un'averna in un bar orrendo alle sei di pomeriggio. scriversi sulla fronte torno subito. E poi non tornare mai.


e cosa vuol dire questa cosa di darsi. di prestarsi a qualcun altro a tempo indeciso. impreciso. per poi vedere insieme le macerie del paesaggio. scambiarsi i modi di dire. farsisoffrire. non darlo a vedere. rimanercimale. che non mi vieni a vedere. organizzare i miseri giorni di ferie. [...] prenotare per piantare le bandiere su marte. sulla bocca chiusa. Ma era proprietà privata. fammi guarire. fammi passare. ma fermami. ho perso un foglio su cui avevo scritto delle cose che non mi ricordo. solo che tutto sia sopportabile e rivoluzionabile. e che la solitudine sia solo un animale domestico. e ci faccia dei massaggi thailandesi. invece di complicarci lo stomaco e di disidratarci. in litri di pianti abbastanza imbarazzanti. E troppo occidentali. tu non mi dici niente. anche perché adesso dormi. le nostre vite precedenti. cosa stavamo facendo contemporaneamente. amareètuttountornare. [...] i nostri laghi interni. scambiarsi la saliva e le illusioni. in cosa consiste. la notte burocratica. la notte democratica. la notte amministrativa e professionistica. “la difficoltà di costruire una zattera. ho la scatola dei ricordi che esonda. Ti prego torna. Ti prego torna. da dove sei venuta.”


che magari fossi riuscita io a scrivere questi pensieri. ed invece non sono miei. li ho presi in prestito da vasco, il cantante de Le Luci Della Centrale Elettrica. e quel blog è una lettura di rara bellezza. era tanto che non leggevo un blog così. Fateci un giro: http://lelucidellacentraleelettrica.blogspot.com

lunedì 31 agosto 2009

La mia Winston blu



DOMENICA 30 AGOSTO 2009 h 16.43

Non funziona internet. Il mio computer non si connette. Ed io sono qui che sto sclerando. Perchè ho bisogno di aprire facebook, ho bisogno di vedere se hai scritto qualcosa, ho bisogno di vedere se qualcuna ti ha scritto qualcosa. Ho bisogno di vederti in foto, e ricordarti per come sei. Ho bisogno di farmi male, anche oggi. Come ogni giorno. Ed ho bisogno di aprire msn sperando che tu mi abbia scritto qualcosa, anche se poi non mi scrivi mai ed io rimango lì, connessa ma invisibile, per vedere se ti connetti. Ma in questa calda domenica di fine agosto il mio computer ha deciso di scioperare. E così io sto impazzendo. Perchè non posso farmi di te oggi, non posso prendermi la mia dose virtuale di te. Ed è come quando hai quella maledetta voglia di fumare, ma non hai le sigarette. Ed è domenica, e non hai gli spiccioli. E cerchi in tutta la casa allora, sperando di aver lasciato qualche monetina in giro. E trovi prima 10 centesimi, poi 5 centesimi, poi 20 centesimi...e continui a vagare da stanza a stanza, come un ossesso, per trovare quei cazzo di centesimi utili ad arrivare alla modica cifra di 3.70€ per comprarti quel maledetto pacchetto di Winston blu, che diciamocelo...non sono poi granchè, ma sono quelle che costano meno. Ed è una mia caratteristica accontentarmi del meno. Ma non ci arrivo mai a 3.70€...e sarà pure una miseria, ma è una miseria di cui ho bisogno, e che non trovo. E resto senza sigarette, con una grande voglia di fumare. E questo rende questa domenica pomeriggio una stupida giornata passata in casa, una giornata senza nessun senso. E tu sei come una Winston...come una Winston blu. Non sei il meglio, sei delicata, non sei forte. Ma la tua assenza rende tutto senza senso. E quando arriva la voglia di te, è difficile resisterle sai? E raccolgo pezzi di me che ho lasciato sparsi in giro, sperando di avere abbastanza per arrivare a te. Ma a te non ci arrivo mai. Ed ogni pezzo in più di me che raccolgo, è una nuova speranza di poterti prendere...ma in realtà, centesimo dopo centesimo, a 3.70€ non ci arrivo mai. Sarà perchè per una monetina che raccolgo, tre ne perdo per la strada. E tu sei lì, e non sei qui. Come la Winston che non fumerò. Nemmeno oggi. E tu sei come una Winston blu: crei dipendenza. E tu sei come la mia Winston blu: di per sé intercambiabile con un'altra marca, ma in realtà unica nell'aspetto, nel sapore, nella consistenza. Tu sei unica. E tu sei l'unica persona che adesso vorrei, e sei l'unica persona che non c'è. Ed anche tu sei tossica. Nuoci alla mia salute. Ma di te ormai non riesco più a fare a meno. Vorrei fumarti tutta, in un solo tiro, vorrei farmi di te...vorrei che le tue mani sfiorassero le mie, e che la tua bocca baciasse la mia, per poi schiudere le labbra, e che le nostre bocche diventassero una. E poi vorrei che le tua mani si spostassero, entrando sotto alla mia maglietta, per soffermarsi un po' lì, sui capezzoli già turgidi. Per poi scendere di nuovo, vorrei che quelle mani sganciassero i bottoni dei miei jeans, spostando i miei slip...e che il caldo diventasse quasi insopportabile, e che i muscoli tremassero, e che la mia schiena fosse percorsa da brividi...brividi di piacere e paura. E poi vorrei non pensare più a niente, addormentandomi tra la tue braccia esili, sentendo il tuo respiro farsi sempre più pesante mentre ti addormenti. Che chissà a cosa pensi.


Ma invece è solo la mia mano che mi dà piacere, è solo la mia mente che immagina te. E così oggi è una stupida domenica, di quelle domeniche senza sigarette. E' solo uno di tutti quegli stupidi giorni senza te. Di quelli tutti maledettamente uguali, tutti così maledettamente senza senso.

lunedì 17 agosto 2009


Eri la mia ora d'aria. E adesso sei la mia prigione. Andare in quei posti senza te svuota, nel caos io sento solo silenzio, tra tutta quella gente io continuo a sentirmi sola. Beh...ma alla fine sono sola. E' solo che a volte me ne dimentico. A volte mi dimentico di te, a volte penso a te come ti immagino io, e non come sei veramente. A volte il tuo ricordo è così dolce che i miei occhi riprendono a brillare per pochi attimi. A volte invece il tuo ricordo è così pungente, che sembra una lama dritta al cuore. Una lama che mi trapassa, lasciandomi lì, sanguinante, in mezzo ad una folla di persone che mi passano accanto noncuranti di quel liquido rosso e corposo che esce dal mio petto. Ma forse non riescono a vederlo loro, non possono vedere la maglietta intrisa di sangue. i miei pugni serrati ed i miei occhi sofferenti. No, loro non lo possono vedere.

Ho fatto un test l'altro giorno..."Quale canzone di Gianna Nannini desfrive il tuo rapporto con l'amore?". Sarà che mi è piaciuto il risultato, sarà che non me l'aspettavo...non lo so...ma sono tre giorni che penso a quelle parole.
"NOTTI SENZA CUORE. Stai vivendo un periodo di solitudine...più che l'amore cerchi te stesso/a... cerchi di capire cosa sei e cosa vuoi dentro uno stato di malinconia e riflessione. Notti senza cuore da non aver pietà, a parlare agli angeli qualcuno sentirà... Notti senza cuore, notti senza me."
Già...perchè non è così che passa in fretta, questa dolce malattia. Dopo che mi hai uccisa, sto provando a ripartire. Ma non è facile. Ce la metto tutta, ma ogni volta che supero il momento critico, o meglio mi sembra di averlo superato...beh, ogni maledetta volta c'è sempre qualcosa che mi riporta a te. Maledizione. Voglio solo essere libera, da te, da tutti gli altri, e da me stessa. Voglio solo uscire da questa maledetta prigione!



Non è così che passa in fretta
Questa dolce malattia

Mi butterei da quella stella spenta di malinconia
In questa urgenza di vivere
E furia di sentire so di esistere

Notti senza cuore da non aver pietà
A parlare agli angeli qualcuno sentirà

Notti senza nome da far tremare il cielo
Dove c'è una via d'uscita

Che trascina via da quì
In un volo bellissimo in un mare bellissimo

E' stata una battaglia persa
Niente che mi tira su

Nemmeno un'ora di violenza che consoli alla tv
Gli occhi sopra le nuvole
Aspettando la luce di un'alba atomica

Notti senza cuore da non aver pietà
A parlare agli angeli qualcuno sentirà

Notti senza nome da far tremare il cielo
Dove c'è una via d'uscita

Che trascina via da quì in un volo bellissimo
In un mare bellissimo

E mi sembra bellissimo sopra un mare bellissimo
Notti senza cuore da far tremare il cielo
Dove c'è una via d'uscita

Che trascina via da quì
Notti abbandonate all'ultimo piano
Notti perse per le scale e notti andate a male

Notti senza me
Sopra un mare bellissimo

E mi sembra bellissimo in un mare bellissimo
Notti senza cuore dentro nei portoni
Notti da coprire il cielo coi cartoni

Notti senza cuore
Notti senza me.

lunedì 10 agosto 2009




Per un tuo abbraccio ucciderei. Solo un abbraccio.

lunedì 3 agosto 2009

Pensieri


Non sono mai riuscita a toccarti. Mai. Ho infilato le mani sotto la tua maglietta sudata, ho accarezzato i tuoi seni, ho sfiorato le tue gambe. Ma non sono mai riuscita a toccarti. E tu mi sussurravi di stare tranquilla, che non importava. Ma invece importava. Cazzo, sì che importava. Se andassi a letto con un ragazzo, mi importerebbe se lui non toccasse cò che rappresenta il mio esser donna, se non toccasse la parte che più riesce a procurarmi piacere. Perchè quando stai con una persona, vuoi che stia bene, fuori dal letto, ma anche sotto le lenzuola. Il sesso è uno dei requisiti fondamentali per lo stare bene di due persone. Ok, "stare" non è la parola più adatta al mio caso. Diciamo quando esci, che va già meglio. Anzi, quando frequenti. Quindi dicevo: perchè quando frequenti una persona, vuoi che stia bene, fuori dal letto, ma anche sotto le lenzuola. E non so bene cosa mi tenesse dall'allungare le mani, dallo spostarti le mutande e provare a toccarti anche lì...la paura di non essere all'altezza? La paura che la cosa potesse non piacermi? La paura che potesse non piacerti? La paura di una tua risata? Non lo so che cosa mi tratteneva, rimane solo il fatto che io ero lì, sdraiata su quel letto, ed ogni volta che le tue mani mi accarezzavano, nella testa un solo pensiero: "Dai, non puoi continuare ad avere paura. Imparerai col tempo ad amarla, ma devi iniziare, prima o poi.". Ed invece niente, ogni volta la stessa storia. E ti vorrei chiedere scusa adesso, ti vorrei dire che mi dispiace. E ti vorrei dire "Insegnami ad amare una donna. Insegnami ad amarti". E ti vorrei anche dire che per stare bene, mi serve il tuo sorriso. E ti vorrei baciare adesso. E vorrei bere una birra fresca nella tua camera sempre troppo calda, con te che metti la musica e che mi fai imparare ogni volta una canzone nuova. Già...ma tu non ci sei adesso. Ed io ho paura anche a mandarti un messaggio. E se tu fossi qui, sicuramente non cambierebbe niente: passerei le giornate in casa ad aspettare un tuo messaggio, ad aggiornare la pagina di facebook, a guardare il computer per vedere se mi contatti su msn. E non cambierebbe niente rispetto all'ultimo mese. E verrei da te a dormire, quando me lo chiedi. E raramente ti chiederei di dormire da me. E non ti chiederei niente su noi due, e continuerei a ridere delle tue battute su altre ragazze, ai tuoi racconti sulle tue conquiste, mentre dentro mi corrode la gelosia. E non riuscirei a toccarti. Nemmeno stavolta.

Ed intanto passa il tempo. E sembra passata un'infinità da quando sei partita. E sembra che manchi un'infinità al tuo ritorno. Ho passato mesi senza vederti, 30 giorni alla fine non sono niente. Ma il tempo senza te assume un'altra forma, un'altra durata...e sembra che non scorra, sembra che le lancette impieghino il doppio del tempo a completare un giro. Ed intanto scorrono giorni tutti uguali, giorni in cui le risate escono a metà dalla mia bocca, giorni di silenzio, in cui il rumore mi disturba. Passano giorni senza colore, giorni grigi senza te. E non ascolto quando qualcuno mi parla, lo guardo ed annuisco, ma dopo 3 parole già penso a te; e non riesco a studiare, e mi guardo intorno, ma in realtà non vedo niente, solo gente che mi è estranea, gente che non sei te. E mi manchi. E vorrei scrivertelo, ma non posso. Rideresti di me. Non mi risponderesti. Ti sto lasciando andare...e lo so da sola che il mio silenzio ti allontana ancora di più da me. Dovrei lottare per tenerti, ma ogni volta ti lascio andare...così...silenziosamente. Sono una codarda. Un coniglio, ecco cosa sono: uno stupido coniglio.

sabato 1 agosto 2009

L'alba è già passata ormai...il sole è già in cielo...e gli uccellini cantano...già.
Stasera ti ho cercata, per tutto il tempo mi sono guardata intorno sperando di veder spuntare i tuoi capelli. Per tutta la sera ho giìuardato il telefono, sperando in un tuo messagio. Poi mi sono ricordata che non ci sei, Ancora 1 mese e 2 giorni senza di te. Non pensavo che la tua partenza potesse ridurmi così. Invece mi trovo qui, alle 7 di mattina, ubriaca, fumata ed infreddolita...beh, mi ritrovo qui a scrivere ad un ipotetico ed inesistente lettore, mi ritrovo a scrivere di te.

venerdì 24 luglio 2009


Tormentata da me stessa, dal mio essere, dal mio volere. Tormentata dal mio passato che non se ne vuole andare. Tormentata dal mio presente che non esiste. Tormentata da mip padre, dal suo dispotismo, dalla sua violenza, dalla sua arroganza. Mi ha tolto la pace quando ancora ero piccola, e adesso cerco questa serenità che non arriverà mai. Adesso ricerco nel mio presente ciò che avrei dovuto avere in passato. Cerco una famiglia che non esiste, cerco tormenti reali per allontanare il ricordo delle vostre grida, dei pianti soffocati di mia madre, delle lacrime silenziose di mio fratello. Provo ad allontanare la mia rabbia per il vostro dolore, ma più provo ad allontanarla e più la rabbia cresce. Ed i soldi che mi date per andare dalla psicologa, io li spendo in "divertimenti proibiti", quei divertimenti che criticate tanto negli altri ragazzi. Anch'io faccio quelle cose, sapete? Sì, proprio con i vostri soldi. Troppo semplice rovinarmi la vita e poi darmi i soldi per rimettere a posto ciò che avete distrutto. Il mio cuore è malato ormai, sono marcia dentro, il mio spirito è morto. Sopravvivo, cercando di non morire nel tentativo di tornare viva. Sopravvivo, portandomi dentro tutto quello che mi avete dato: odio, rabbia, disprezzo, bugie, impazienza, tradimenti, voglia di scappare, impotenza, non-amore per me stessa. Questo è quello che ho dentro. Ma come, non vi piace? Eppure è questo che mi avete dato.


Giorni a perdere per notti a far finta che sai vivere
sciogliere scorie nel vuoto che c'è senza guardare mai sotto di te.


Ogni giorno che passa, mi accorgo sempre più di quanto tu fossi diventata ormai una dolce abitudine. La mia più dolce abitudine. Incredibile quanto la mente si abitui in fretta alle cose belle, a quelle cose che ci fanno stare bene. Trovarti su msn a qualsiasi ora, trovarci a prendere caffè il pomeriggio, guardare un film da te la notte, fumare una sigaretta insieme ad orari improponibili. sì, eri la mia più dolce abitudine. Ho attaccato msn e tu non ci sei adesso. Ed il vuoto si è impadronito di me. Pensavo di trovarti, di fare due risate con te. Ed invece solo silenzio. Per rendermi visibile a te, ho bloccato la metà dei miei contatti, tutte quelle persone che quasi sicuramente mi contattano appena entro in linea e che invece io non voglio sentire. Perchè in realtà, io mi connetto solo per te. Perchè in realtà, il cellulare sempre dietro lo porto solo con la speranza che tu mi scriva. E passo le giornate ad aggiornare la pagina di facebook giusto per vedere cosa fai te, se stai bene, se sei sempre "single". Ma tutto tace da giorni ormai. E forse non sai il male che fa. Ho i crampi allo stomaco ogni volta che penso che non ci sei più. Ed il cuore ha un sussulto ogni volta che ripenso a te, al tuo viso che si avvicina, alla tua bocca che cerca la mia. Ho fissato una visita dal cardiologo, ma come faccio a spiegargli che la mia tachicardia che tanto mi ha spaventato, in realtà è solo la conseguenza del mio pensare a te? Tra poco te ne andrai (stavolta parti fisicamente, non c'è speranza di vederti almeno per un mese!)...ed io starò qui, lavorando per non pensarti, ubriacandomi per alterare la mia percezione del vuoto che mi lasci dentro. Tra poco te ne andrai. Ma forse è tanto che te ne sei andata, solo che io non ho ancora realizzato. Forse, in realtà, tu non ci sei mai stata.

martedì 21 luglio 2009


Il tuo silenzio mi sta uccidendo.
Lentamente passa il tempo, e tu non ci sei.
Non ci sei più.
Lentamente scorrono giornate tutte uguali,
giornate che non hanno senso.
Silenziosamente finiscono le giornate.
Finiscono tutte nello stesso modo.
Ho lavato la maglietta che avevo quella notte,
ma i miei occhi adesso
riescono lo stesso a percepire il tuo odore.
Senza far rumore
sei entrata nella mia vita,
in punta di piedi.
E senza far rumore te ne sei andata.

lunedì 20 luglio 2009


Non puoi fare così. Non puoi. Non puoi aprire le tue braccia a lei ogni volta che torna, non puoi sparire nel nulla, per diventare ogni volta un fantasma che tormenta il mio sonno, un demone che si impadronisce dei miei incubi. Non puoi venire a letto con me la mattina, e la sera stessa andare a letto con lei. Cazzo, qualche ora prima con quelle mani toccavano il mio corpo, il tuo sudore si era mischiato col mio, le tue labbra accarezzavano il mio viso, i tuoi occhi erano solo per me. Qualche ora prima ti dimenavi nel mio letto, e sudata sorridevi, guardandomi. Qualche ora prima ci siamo svegliate abbracciate. E qualche ora dopo era lei a darti piacere. C'era lei nel tuo letto, c'era lei nei tuoi occhi. Sulle tue mani c'era il suo sapore. Non puoi fare così.

Non puoi buttarmi di nuovo nell'oblio, lasciandomi nuda, spogliata della mia identità, senza dignità, senza sogni, senza speranze. Non puoi.


Non puoi.
Ma ogni volta lo rifai.

venerdì 17 luglio 2009

Potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
Mentire infinitamente, dire e ridire inutilità.
Mostrare falsa, ipocrita serenità, quando le parole si ribellano!
Favole fiumi, mari, di perplessità..
Non c'è una ragione per non provare.. quello che sento.. dentro.. !
Un cielo immenso.. dentro!
Quello che sento.

Ho bisogno di stare con te
Regalarti le ali di ogni mio pensiero
Oltre le vie chiuse in me,
Voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero.

Potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
Soffrire infinitamente, trovare un senso all’inutilità!
Mostrare falsa, ipocrita serenità, quando le parole si ribellano
Favole fiumi, mari, di perplessità
Non c'è una ragione per non provare quello che sento dentro.
Un cielo immenso dentro.
Quello che sento.

Ho bisogno di stare con te!
Regalarti le ali di ogni mio pensiero
Oltre le vie chiuse in me
Voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero.

Ho bisogno di stare con te !
Regalarti le ali di ogni mio pensiero
Oltre le vie chiuse in me
Voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero!
.. a ciò che è vero!

giovedì 9 luglio 2009

Benvenuti in Italia


Benvenuti nel Bel Paese, dove in ogni luogo respiri Storia, respiri Arte, respiri sole. Benvenuti nel Bel Paese, dove il mare è blu, e le montagne sono alte, ed hanno la neve. Benvenuti nel Paese, in cui i Romani hanno dominato per secoli, dove poeti come Catullo ed Orazio hanno scritto versi che rimarranno nella storia, nella nostra storia. Benvenuti nel Paese, che ha dato vita a uomini come Dante, come Petrarca, come Boccaccio, come Macchiavelli, per non parlare di Foscolo, Leopardi e Manzoni con i suoi "I Promessi Sposi", il Paese di D'Annunzio, di Svevo, di Pirandello e di Montale. Il Paese di Canova, di Michelangelo, di Raffaello, di Leonardo da Vinci. Il Paese di Galileo. Quanta cultura si respira nel nostro passato! E perchè no, anche il paese di Mussolini.

Benvenuti nel Bel Paese, dove le cose si fanno sempre con superficialità, con disattenzione, con il menefreghismo tipico di questo popolo. E finchè tutto va bene ci fanno una risata sopra...ma quando succedono cose così, come la tragedia di Viareggio, come quella di San Giuliano dove è venuta giù la scuola, come quella di Piacenza dove si è diviso a metà un ponte sul Po, come quella dell'Aquila dove l'ospedale è stata una delle prime strutture a cadere...beh, allora ci si sveglia. E ci arrabbiamo. Perchè certe cose non devono succedere. Perchè ci rendiamo conto che le disattenzioni, i tagli ai fondi pubblici, la frenesia nel lavoro...beh, hanno conseguenze. Per mille volte va bene, ed i nostri errori non vengono alla luce, ma quella volta che non va bene, succede quello che è successo in questi luoghi, nella mia Viareggio che più volte mi ha tenuto compagnia nelle tiepide serate di fine estate, nelle calde giornate di luglio, nei bei pomeriggi di maggio.
Benvenuti nel Bel Paese, dove succedono cose che non devono succedere. E quando succedono, allora si cerca la colpa. Il nostro ben amato presidente ci assicura che chi ha sbagliato pagherà. Ma chi decide il prezzo per le 23 vite che se ne sono andate in questa tragedia? Chi decide il prezzo per la vita di chi non è morto, ma sta lottando in ospedale per sopravvivere, ed ha il corpo completamente ustionato, ed ha perso tutto in una sola notte? Chi decide il prezzo di chi si trasforma in un "sopravvivente", che porterà per tutta la vita quelle cicatrici, sulla pelle e nell'anima? Tutto questo non ha un prezzo. Caro presidente, qualsiasi cosa succeda ai responsabili (ammesso che riusciate a trovarli i VERI responsabili di tutto ciò!), beh...non sarà mai abbastanza, non potrà mai ripagare il male che hanno causato. Tutto questo dolore non ha un prezzo. Non doveva succedere una cosa così. Non doveva succedere. Ed il vostro compito è proteggerci, è far sì che la nostra vita vada verso il meglio, e non sempre più verso il peggio. Ma presto tutto cadrà nell'oblio. Al telegiornale arriverà un'altra notizia da ascoltare, un altro motivo per cui indignarsi. E tutto questo verrà dimenticato.
Benvenuti nel Bel Paese, dove nessuno paga mai, nessuno. E le cose restano sempre uguali. Non cambia mai niente.

BENVENUTI IN ITALIA.

martedì 7 luglio 2009

Non chiedermi niente



Dentro le arterie, flussi caldi di pensieri scivolano,
Tra le pozzanghere del vuoto e nei riflessi navigano,
Non ci sei, non ci credo più,
Non ci sei, non ci sarai mai.

Giochi di vento stretto dentro un cielo bianco saturano,
Le ombre che logorano i resti del passato sibilano.

Quanti ricordi all'improvviso in queste stanze
Non riesco più, io non riesco più,
A sopportarne il peso acuto nel silenzio
Non ci sto più, io non ci sto più, io non ci sto e

Non ci sei, non ci credo più,
Non ci sei, non ci sarai mai
Non ci sei, non ci credo più,
Non ci sei, non ci sarai mai

Ascoltando i miei battiti ancora da solo confondo ma resisto,
Continuando a fissarci nel sole a non chiederti niente perchè niente esiste,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,
E non chiedermi niente perchè

Non ci sei, non ci credo più,
Non ci sei, non ci sarai mai.

Quanti ricordi all'improvviso in queste stanze
Non riesco più, io non riesco più
A sopportarne il peso acuto nel silenzio
Non ci sto più, io non ci sto più, io non ci sto
E non ci sei....

Ascoltando i miei battiti ancora da solo confondo ma resisto,
Continuando a fissarci nel sole a non chiederti niente perchè niente esiste,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,

Cancellando i tuoi battiti ancora da solo confondo ma resisto,
Continuando a fissarci nel sole a non chiedere niente perchè niente esiste,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,
E non chiedermi niente perchè non ci sei,
E non chiedermi niente perchè non ci sei.

Novembre

Ho visto questa cosa su facebook... "Scopri i segreti del tuo mese di nascita" ...di solito non ci credo a queste cose, ma questa mi ha colpito...cavolo, c'ha preso su quasi tutto...


NOVEMBRE

° Ha molte idee, a volte straordinarie.
° Ha difficoltà ad iniziare una conversazione.

° Buon intenditorice

° Può diventare buon medico.

° Personalità dinamica.

° Riservata.

° Pensa sempre a qualcosa.

° Persuasiva.

° Coraggiosa e generosa.

° Paziente, ostinata e testarda.

° Non si arrende mai.

° E' tra coloro che pensano che se bisogna fare qualcosa, ci deve essere un modo per farlo.

° Si irrita facilmente, che la si provochi o meno.

° Le piace la solitudine.

° Romantica.

° Non la pensa come gli altri.

° Non apprezza gli elogi.

° Incostante nelle relazioni.

° Le piace restare in casa.

° Lavoratorice.

° Affidabile.

° Onesta e sa mantenere i segreti.

° Non controlla le proprie emozioni.
° Imprevedibile.


Non la penso mai come gli altri, ma recito sempre la parte della pecora nera; sto bene da sola, senza nessuno intorno; sono incostante, riservata e lunatica. Sono testarda. Sono timida e silenziosa. Insomma...sono proprio uno schifo! Ma va bene così...cambierò, forse. Migliorerò crescendo. Anche se non ci credo per niente. Come sei rimani, per tutta la vita. Il cambiamento non fa parte della natura umana: si cambia fisicamente, ma dentro si rimane quello che siamo da sempre...e per sempre.

lunedì 6 luglio 2009




Curo le foglie, saranno forti
Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti

martedì 30 giugno 2009



Di nuovo, le tue mani si sono posate su di me. La tua bocca ha incontrato la mia. I nostri respiri sono diventati uno solo. Sentivo la tua fragilità mentre ti abbracciavo. Sentivo il tuo calore. Sentivo il tuo ansimare. E sentivo il mio cuore battere. Di nuovo. Batteva forte. Sulle mie labbra il tuo sapore, nella mia testa parole che non sono mai uscite dalla mia bocca..."Non farmi male, per favore". Ma sono rimaste confinate lì, nella mia testa. Ho chiuso gli occhi. Ti stavi prendendo di nuovo una parte di me. Non potevo guardare. Non volevo guardare. Volevo solo vivermi il momento, senza pensare al poi. Volevo provare anch'io a prendere una parte di te, e sparire nel nulla. Come fai te. Come hai sempre fatto te. Ma io non sono così. Nel silenzio della notte, ti penso, ti aspetto, ti voglio...e non posso dirtelo. Mi hai lasciato di nuovo qui, sola. Non sei tornata da lei stavolta, sei solo tornata da te stessa. Ti sei ripresa la tua vita in mano. O almeno, ci stai provando. Ed io ero solo il mezzo, non il fine.

Quanto fa male il tuo silenzio adesso. Mi ero illusa che le cose potessero andare diversamente stavolta. La tua dolcezza mi aveva fatto sperare in qualcosa di più. Mi sono lasciata andare, e l'ho preso dove non batte il sole...di nuovo...capita...mi capita sempre con te.




Come gli adesivi che si staccano
Lascio che le cose ora succedano
Quante circostanze si riattivano
Fuori dai circuiti della volontà.

Come il vento gioca con la plastica
Vedo trasportata la mia dignità.

Oggi tradisco la stabilità
Senza attenuanti e nessuna pietà.
Oggi il mio passato mi ricorda che
Io non so sfuggirti senza fingere.

E che non posso sentirmi libero
Dalla tua corda, dal tuo patibolo.

E un’altra volta mi avvicinerò
Alla tua bocca mi avvicinerò
E un’altra volta mi avvelenerò
Del tuo veleno mi avvelenerò.

Come gli adesivi che si staccano
Come le cerniere che si incastrano
Come interruttori che non scattano
O caricatori che si inceppano

Io tradisco le ultime mie volontà.
Tutte le promesse ora si infrangono.

Penso ai tuoi crimini senza pietà
Contro la mia ingenua umanità.

Scelgo di dissolvermi dentro di te
Mentre tu saccheggi le mie lacrime.

E sarò cieco, forse libero
Solo nell’alba di un patibolo.
Dentro una storia senza più titolo
Scegliendo un ruolo senza credito
Strappando il fiore più carnivoro
Io cerco il fuoco e mi brucerò.

E un’altra volta mi avvicinerò
Alla tua bocca mi avvicinerò
E un’altra volta mi avvelenerò
Del tuo veleno mi avvelenerò

STRADE: IL VIDEO IN ANTEPRIMA

lunedì 29 giugno 2009


Sabbia bagnata
tra le mani
stesso fastidio
nelle tue frasi sempre logiche
convincenti
è sabbia tra i denti
ti avrei dato tutto
senza chiedere
ti avrei dato amore
si lo so sono capace
a non parlare per ore ed ore
a farmi del male
forse mi lasciavo prendere
forse ti lasciavo vincere
Volevo dirti che sto pensando a te
volevo dirti che sto parlando di te
Gocce di rabbia
nei pensieri
fanno rumore
ma nelle tue labbra affondo
fino a perdermi, a non capire
che devo reagire
forse mi lasciavo prendere dolcemente
forse ti lasciavo vincere
e ora è difficile ammettere che
Sto pensando a te
volevo dirti che sto parlando di te
volevo dirti che sto pensando a te, a te
negarlo è inutile
mi ritrovo a parlare di te, di te
Volevo dirti che sto pensando a te
volevo dirti che sto parlando di te
volevo dirti che sabbia bagnata
volevo dirti che sabbia bagnata…