martedì 23 marzo 2010

Per combattere l'acne

Che stasera ci sta bene la sua voce, a cullare i miei pensieri.




la notte atomica che ci ha rimboccato le palpebre 
guardare il cielo malconcio di chernobyl da qui 
esprimere desideri quando vedi scoppiare navicelle spaziali 
o moduli lunari russi o giapponesi o americani 
arrampicarsi sulle impalcature per prendere il sole e rivenderlo a qualche spacciatore 
lavarsi i denti con le antenne della televisione durante la pubblicità 
ho abbassato le saracinesche dei negozi sui miei occhi 
con le nostre discussioni serie si arricchiscono solo le compagnie telefoniche 
siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT 
a parigi dici che non volano mosche benedirci in chiese chiuse e in farmacie compiacenti 
sposarci con i cerotti usati in passeggiate su spiagge deturpate 
le piazze sono vuote le piazze sono mute 
per combattere l'acne sono tutti in ferie maratone sulle tue arterie sulle diramazioni autostradali 
sui lavori in corso solo per farti venire 
e invidiare le ciminiere perché hanno sempre da fumare 
le notti inutili e le madri che parlano con i ventilatori negli inceneritori 
le schede elettorali e i tuoi capelli che sono fili scoperti 
costruiremo delle molotov coi vostri avanzi faremo dei rave sull'enterprise 
farò rifare l'asfalto per quando tornerai
 siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT siamo l'esercito del SERT 
e i tuoi capelli che sono fili scoperti che sono nastro isolante che sono fili scoperti 

lunedì 22 marzo 2010

Che poi tornano sempre i giorni così


E poi…poi ci sono i giorni così, giorni che durano un’eternità, giorni che non finiscono con la notte ma che continuano, senza sosta, che ti svegli la mattina e ti ritrovi come il giorno prima. Non cambia niente. E ci sono ancora i giorni così. Che stavo dannatamente meglio un po’ di tempo fa, che stavo davvero meglio. E poi…poi arrivano i giorni così, ritornano sempre i giorni così, ritornano sempre. Ritorni tu, sparisco io. Sarà che ho passato un periodo a casa dei miei, e nonostante la mia iniziale disperazione, alla fine non stavo tanto male; sarà che sono stata una settimana senza bere, e senza fumare e sarà che adesso ho ricominciato ad abusarne…che forse è davvero quello che mi fa male. Ma stavo dannatamente meglio, e adesso tutti i miei sforzi stanno andando a farsi sfottere. Non riesco più a sorridere, non c’è nessuno che riesca a farmi sorridere. L’alcol è l’unica cosa che mi fa ridere, l’alcol è l’unica cosa che mi fa dormire. Anestetizzando i miei sensi e la mia mente, faccio sogni confusi la notte, a volte scappo, a volte rincorro, faccio sesso con persone sconosciute, di cui vedo solo i corpi, e la mattina non riesco mai a ricordare la faccia, ricordo solo i loro corpi esili, a volte di donna, a volte di uomo, a volte non lo so. Ci provo a ricordare i volti, ma non ci riesco. Sogni governati dalla paura, e dalla voglia di scopare. Sogni che sono solo sogni. E nient’altro.  E sarà che la mia vita sembra sia stata solo un sogno, quando in mano non ho niente, quando alla fine non ci arrivo mai, quando la vita inizia a richiedere indietro ciò che ti ha dato, e tu ti accorgi che non hai niente da ridarle, mi accorgo che non ho niente tra le mani, solo un po’ di sabbia che sta scivolando tra le dita. Voglia d’estate, con la primavera che ha portato solo pioggia, ancora pioggia. E mi chiedo sempre come fanno a vivere in pianura padana, ma se poi ci stanno vuol dire che ci si può vivere, o quantomeno sopravvivere – mi dico. Quando poi ti accorgi che nemmeno qui si sta poi tanto bene, che il mare è sporco, e comunque non ci puoi arrivare in bici, devi prendere la macchina, e non hai i soldi per mettere benzina. E prima o poi dovrai deciderti a trovare un misero lavoro, rinunciando così a tutto, anche a piangerti addosso. Non sarebbe male avere due soldi in più. Non sarebbe male non doverti vedere più, non sarebbe male non doverti pensare più. Ma adesso piove, e le tue esili braccia intorno al mio collo starebbero bene, la pelle liscia del tuo viso spigoloso non starebbe poi tanto male appoggiata sulla mia spalla.o sul mio seno. ma adesso piove. E sono stanca. Ma adesso piove, e voglio solo dormire. scusami amore ma non voglio morire.

lunedì 15 marzo 2010







....del tutto inAdatta al volo....

venerdì 12 marzo 2010


Odio quando mi telefonano che sto guidando. Amo guidare, amo guidare da sola, amo guidare da sola, con la mia musica ed i miei pensieri, sfrecciando in autostrada – cheprimaopoilosaichetibeccanovero?. Amavo guidare la notte, ma adesso mi sono accorta che non ci vedo più, e così ho imparato ad apprezzare la luce anche mentre sto al volante. E adoro guidare da sola. Perché la mente si distende ed entro nel mio mondo, lasciandomi alle spalle le altre macchine, le altre persone, ognuna con la sua storia ed i suoi problemi, di cui francamente non mi interessa per niente. Non mi interessano più i problemi degli altri, e la cosa spesso mi fa sentire come se dentro di me stesse morendo qualcosa. E non mi piace la birra in lattina. Anche se poi la bevo, ma non mi piace. Molto più dissetante una bottiglia. o sarà solo una questione di pregiudizi? Erano 4 giorni che non toccavo alcol, erano già passati 4 giorni prima che stasera udissi di nuovo lo sfiato familiare della lattina che si apre: SPFFFFF. Era più di un anno ormai che non stavo 4 – lunghi - giorni senza bere niente, nemmeno un sorso di vino. E sono mesi ormai che vivo in un mondo tutto mio, governato da uno stato de ebrezza continuo, ed un malessere che non se ne è andato mai; e rendersi conto la mattina della quantità dei soldi spesi la sera precedente, e capire il perché di quello strano mal di testa, e della bocca secca. E durante la giornata ricostruire la serata, e ridere di te stessa, e ripeterti che da oggi si cambia, senza capire quanto in realtà avresti bisogno di piangere. Perché ad un certo punto non si piange più, perché ad un certo punto ti accorgi che in realtà non hai mai pianto, perché piangere è da fighette, perché piangere è da codardi, e tu vuoi far la dura, ed intanto dentro muori. e ti vengono in mente un sacco di belle frasi. Da piccola volevo fare la scrittrice, o meglio: mi sarebbe piaciuto aver ricevuto il dono della scrittura, avrei scritto bei libri per curare il mio vuoto. perchè quando uno sta bene mica scrive: le poesie più belle sono uscite da menti tormentate, da menti allucinate ed instabili, persone così piene da sentirsi completamente vuote. Come me. Ma non ho ricevuto questa dote, ed ancora mi sto chiedendo quale dote Nostro Signore mi abbia dato. Ed il fatto che siamo in tanti a chiederselo, non mi è di nessun aiuto, anzi: “sei come tutti, né più né meno di tutti gli altri”, mi ripeto. Sono come tutti, sono niente e sono nessuno, sono tutti. A volte sono, a volte no. A volte.

lunedì 1 marzo 2010


“Il suo effetto su di te è stato devastante, è arrivata come un ciclone e si è portata via tutto quello che si poteva prendere, senza darti niente in cambio.” Queste sono le parole con cui hanno descritto il nostro (non)rapporto…mi sono sentita sporca, stupida ed illusa, che ogni volta che pensavo di aver trovato un equilibrio erano solo mie convinzioni, niente di fondato, solo stupide convinzioni nella mia testa…non sono abbastanza forte da riuscire a non venire a letto con te, e finché non saprò resisterti devo starti lontana, devo farlo per me. E non c’è torto o ragione, è il naturale processo di eliminazione. Perché l’anima brucia più di quanto in realtà riesca ad illuminare. Io ti ho resa forte, io ti devo rendere niente. E sarà solo quando tu sarai niente per me, che avremo un rapporto alla pari, che partiremo dallo stesso piano, e forse riusciremo anche ad avere un rapporto sano…perché questo rapporto è marcio, è stato marcio fin dall’inizio, ed io non l’ho mai voluto credere. “è così insano dentro i miei occhi: chi ami è un angelo che uccide se lo tocchi. in or out baby, vedo quello che poi non sento.”.

ti dirò arrivederci, almeno per adesso, ti devo dire arrivederci. Che forse sarà un addio, non lo so. Ma devo farlo, per me, devo iniziare a far qualcosa per me, devo (e forse voglio) tornare a sorridere senza di te, senza il tuo sorriso, senza le tue risate, senza i tuoi sguardi, senza i tuoi su e giù, senza aver bisogno delle tue mani su di me per sentirmi viva, senza aver bisogno di sapere che tanto prima o poi ci incontreremo di nuovo. Quando pubblicherò questo post, avrà inizio l’innaturale processo di eliminazione. Come un tossico che vuole smettere di farsi, come un alcolista che vuole smettere di bere. Non posso rinunciare all’alcol adesso, non ci riesco. ma rinunciando a te forse potrò smettere di affogare la tua assenza in serate fatte solo di cuba libre e canne, tanti cuba libre e troppe canne, potrò smettere di aver bisogno dello sballo fingendo così di non sentire la tua mancanza, potrò smettere di vivere nel mio mondo e ricominciare a far parte del mondo dei vivi, potrò risorgere dall’oltretomba, potrò provare di nuovo un sentimento sincero, un sentimento vero.. ora basta cazzo, ora basta. Io decido della mia vita, non tu. Io decido ciò che voglio per me, e non sei più tu. Sopravviverò. a te, e a me. Sopravviverò.  


“Ora so che ogni uomo trova la sua dannazione”…e tu sei la mia dannazione. Non posso fare a meno di te, sbuchi fuori dal niente, e rovini sempre ogni mia serata. Non posso fare a meno di te. E non voglio stare con te.  Ho smesso di rincorrerti adesso, sono stanca di non arrivare mai da nessuna parte, sono stanca di non prenderti mai. E così…ho smesso di rincorrerti, e adesso che siamo alla pari è tutto un altro rapporto. Adesso che siamo alla pari dico ciò che penso, e ciò che sento. Non ho più paura della tua risposta, non ho più paura del tuo silenzio, non ho più paura di star male, e nemmeno di star bene. Piano piano mi allontano dall’ossessione, dalla tua invasione. Ma nonostante ciò tu rimani la mia dannazione, nonostante ciò sei il mio sogno peggiore ed il mio incubo migliore, sei le spine intorno alle more: devo oltrepassarti per arrivare a cogliere il frutto che tu nascondi. Dopo un anno finalmente sento di nuovo il piacere della libertà, dopo un anno ho sentito di nuovo la vita battere dentro me, dove prima c’eri solo te, adesso batte di nuovo la vita. Voglio smettere di buttare tutti quei soldi nelle sigarette, meglio spenderli per un buon vino. Faccio progetti a breve termine, sperando abbiano ripercussioni nel lungo periodo. Faccio una vita basata su me e non più sui tuoi sbalzi d’umore. Voglio andarmene da qui. Destinata a scappare a vita, probabilmente è questo che sono. “ma soffri solo un po’ per poi non soffrire più”, ma adesso finalmente sto riempiendo piano piano il vuoto che tu avevi creato dentro me. Non dovrei dire che è stato bello conoscerti, ma nonostante tutto adesso ho finalmente voglia di dirlo: è stato bello conoscerti, è stato bello correre dietro a te, è stato bello raggiungerti. Chissà che magari un giorno riuscirò anche a superarti. Per adesso la mia ossessione si è trasformata in dannazione. Respiro a pieni polmoni l’aria fredda di febbraio, e sento il sole bruciare sulla mia pelle.