sabato 27 novembre 2010

Due




Eravamo IN DUE
e sono rimasta sola
persa in un bicchiere di troppo
naufraga in toilette per signore
cerco disperatamente qualcosa
che mi manca tanto
I love you baby
com'era bello fare all'amore con te
come son belle le illusioni
ed i pensieri tristi
e le canzoni degli anni settanta
e quella voglia di andare via
e il desiderio di restare
e il così nobile orizzonte
del mare Ionio che se ne va via
verso l'Africa
è così ogni santo giorno
I love you baby
com'era bello fare all'amore con te
com’era bello averti
e pensare potesse forse essere per sempre
l’interminabile solitudine del sentirsi soli
a volte gioca brutti scherzi
un giorno credi vada tutto bene
e l'indomani vorresti ucciderti
eravamo in due
e sono rimasta sola
persa in un bicchiere di troppo
naufraga in toilette per signore
cerco disperatamente qualcosa
che mi manca tanto
I love you baby
com'era bello fare all'amore con te
com’era bello averti
e pensare potesse forse essere per sempre
per sempre cosa?
guardati intorno e dimmi
se c'è qualcosa che possa
mai durar per sempre
tutto quanto è destinato a scomparire
e questa è una società caduca
checché ne dicano Marx o Weber
Gesù Giuseppe e Maria
abbiate pietà dell' anima mia
non si vive ogni giorno
non si può morire sempre.


Già...com'era bello fare all'amore con te.

giovedì 25 novembre 2010


Tra un mese sarà Natale. Nelle città sono già stati messi gli addobbi, è partita l'ansia dei regali, e le lamentele perchè non ci sono i soldi. Ed il sorriso ipocrita nelle pubblicità sta già facendo il giro di tutta Italia. Tra un mese sarà Natale, ed io come al solito sento crescere dentro il panico, per quello che, fin da quando ho memoria, sarà ricordato come il giorno più brutto dell'anno. Perché diciamoci la verità: il Natale non è una festa per persone come me, che comunque credo di rappresentare buona parte della popolazione italiana: con una famiglia disastrata e disastrosa, due genitori che si odiano, i parenti con cui no ho niente a che spartire, sola, senza soldi, senza fede, senza speranze. E so già che appena arriverò, l'unica domanda che sapranno farmi dopo i saluti di rito sarà: "Dunque, quanti esami ti mancano?". E forse hanno anche ragione, perché dovrei finirla quest'università. Ma cazzo, anziché stare a puntare il dito, perché non provano a chiedermi qual è il problema? O meglio ancora: perché non provano a tenere chiusa la bocca? Cazzo, cazzo, cazzo. Non mi era mai presa l'ansia natalizia con così largo anticipo. Merda. Ancora un mese, e già non vedo l'ora di trovarmi a gennaio, quando gli spazzini puliranno lo sporco lasciato dal vecchio anno, i venditori svenderanno le sempre troppe rimanenze, le persone torneranno ad essere le solite merde, senza finti buonismi, torneranno a pensare per sè, cercando di comprarsi la maglietta che avevano visto ad inizio stagione ma che non si erano potute comprare, lamentandosi comunque per il prezzo che sembra ancora troppo alto. Ed io tornerò ad essere sola senza sentirmi poi così diversa. Ed almeno fino a Pasqua potrò respirare un po'. Ed avevo pensato di andare a lavorare per il giorno di Natale, guardare le facce tristi di altre persone che fingono di divertirsi mi fa sentire meglio. Ma i nonni si sa, invecchiano, e magari sarà l'ultimo Natale che passerò con loro. Non posso perderlo. Non voglio perderlo. Ed allora metto da parte l'orgoglio e la tristezza, e vado. Manca ancora un mese, e già comincia a mancarmi l'aria. Cazzo.

mercoledì 24 novembre 2010

Chiedimi se sono felice

E non lo so cos’è, forse il sole che stamani con prepotenza si è presentato ai miei occhi ancora assonnati, forse le risate che mi sono fatta ieri sera in partita, forse semplicemente è una giornata. Non lo so. So solo che mi sono alzata piena di buoni propositi, so solo che mentre ero in macchina sentivo dentro una serena tranquillità, e guidavo piano, e non mi arrabbiavo con gli idioti che normalmente popolano le strade, e sentivo il sole caldo sul mio viso, e l’aria fresca che entrava dal finestrino aperto. Ed ero tranquilla. E sono tranquilla. E dopo pranzo mi metterò a studiare, che voglio laurearmi, per poi fare finalmente qualcosa che mi piace. Mi metterò a studiare ciò che non mi piace, ciò che non mi servirà mai nella vita. Devo riparare alle scelte sbagliate, devo crescere, voglio cambiare; voglio essere felice. Voglio essere felice.

Voglio essere felice, con me e per me.



sabato 20 novembre 2010

e all'improvviso le lacrime scendono...mentre guidavo in silenzio verso casa, e di sottofondo la voce di Samuel che ripeteva "giorni a perdere per notti a far finta che sai vivere"...quelle due lacrime tanto aspettate e mai arrivate...scendono lacrime e non capisco il perchè...scendono, e non posso fermarle. scendono le lacrime, ed io mi sento sola. Sprofondo in un abisso, scendono le lacrime ed io non posso fermarle, nessuno può fermarle, nemmeno tu. Non sei te che voglio. Non sei più tu l'oggetto dei miei desideri. Sì, adesso sogno l'Amore, quello in cui non ho mai creduto, quello in cui adesso spero per tornare a sorridere ogni sera. Mi sto innamorando dell'Amore, io che fino ad un mese fa cantavo che l'Amore non esiste, che è una buffonata, che è un'invenzione per acchiappare i fessi. Io che non Gli credevo, adesso mi ritrovo a supplicarLo, ad implorarLo.

venerdì 19 novembre 2010

Una serata piacevole, una piacevole serata in compagnia, una serata quasi perfetta. Un caffè al bar, ed una passeggiata lunghissima: niente birra, niente strani giochi di attrazione né alcun sentimentalismo, una serata come non passavo da tanto tempo. Una serata a parlare, e tu che non sei più nei miei pensieri. Per tre ore non ti ho mai pensata, né ti ho mai rimpianta. Stavo bene, lì al freddo, a camminare, e camminare, ed ancora camminare. E nel frattempo parlare. Sorprendente quanto ho parlato stasera…senza mai scendere nei particolari, ma per tre ore sono riuscita a sostenere una conversazione che in parte riguardava anche me. O che forse riguardava solo me. Io non faccio domande, non mi interessa sapere la vita degli altri, non mi interessa più. Ma è stato bello vedere che qualcuno si interessa della mia. e stavo bene, ecco cosa sentivo dentro: solo una profonda pace. E tu non c’eri più, e non è che lei ha preso il tuo posto, né mai lo prenderà…ma stasera lei mi ha fatto sorridere. E mi ha distratto dai soliti pensieri. E prima di rientrare in casa, mi sono fermata per strada a rollarmi una sigaretta, e da sola al freddo me la sono fumata. Sotto un cielo nuvoloso, col naso che colava, sono rimasta lì, immobile davanti al portone di casa, guardando il fumo denso uscire dalla mia bocca per disperdersi nel niente. Volevo tenere ancora un po’ dentro quella sensazione di pace, che so già che presto si dissolverà. Ma per stasera finalmente potrò sorridere andando a dormire, per stasera non sentirò quel vuoto che ogni sera non mi fa addormentare, e mi costringe a rannicchiarmi in un angolino del letto troppo grande e troppo freddo. No, per stasera ci sono io, e non ci sei te; per stasera ci sono io, e c’è un gran sorriso dentro di me. 

domenica 14 novembre 2010

Uno sguardo. Solo uno sguardo, che però mi è entrato dentro. E non ho potuto non pensarla durante tutto il viaggio di ritorno, mentre piano guidavo in compagnia del mio stereo. era solo uno sguardo, cazzo, un semplicissimo sguardo che non voleva dire niente. E poi lei è davvero troppo per me. Torno silenziosamente ai miei soliti pensieri. Ma devo ammettere che è stato bello provare di nuovo un brivido.

venerdì 12 novembre 2010


Solo un grande, enorme vuoto. che cerco di riempire con i vuoti degli altri. e mi ritrovo la notte a leggere blog, blog scritti con stile e depressi. ho preso parte al dolore di persone che nemmeno conosco, ho sentito il loro vuoto come se fosse mio; ho unito il mio vuoto al suo. mi piacerebbe scambiarci i nostri vuoti. ma l'anonimato dato dalla rete è tanto sicuro quanto impersonale. A N O N I M A T O. 

Trascino i miei piedi per strada, ed evitare le pozzanghere diventa il mio unico pensiero. e a casa curvo la mia schiena sui libri, e non parlo più con nessuno. Quel pallone è diventato l'unico motivo per cui valga la pena uscire a prender freddo; correre dietro ad un pallone è la cosa più simile alla vita: mi smuove dentro qualcosa, e capisco che ancora sono viva. Quando le pozzanghere non sono più da evitare ma diventano semplicemente parte del terreno su cui corri, quando dopo 90 minuti non mi reggo più in piedi, quando le avversarie mi saltano ed io allora le rincorro, quando il cuore trema per il fischio d'inizio, quando tiro forte il pallone per fare un cambio campo, quando una botta presa mi fa sentire dolore, quando poi mi arrabbio e reagisco. La reazione, con quel pallone riesco a trovare una reazione, un riscatto. Poi mi tolgo le scarpette, le lavo, mi lavo, e mi infilo di nuovo le mie adidas sporche e rotte. E torna il grande vuoto. Tornano le pozzanghere da evitare, torna l'anonimato, torna il silenzio, con il suo vuoto che non si colma. Torni anche tu, a volte, torna anche il tuo pensiero che ancora fa male, torna il ricordo. E torna il vuoto.

mercoledì 10 novembre 2010


Se il giorno posso non pensarti, la notte maledico te e quando infine spunta l'alba c'è solo vuoto intorno a me. La notte tu mi appari immensa, invano tento di afferrarti, ma ti diverti a tormentarmi. La notte tu mi fai impazzire.
La notte mi fa impazzir mi fa impazzir.

domenica 7 novembre 2010

E' nelle sere così che mi viene nostalgia di te. In quelle sere in cui il tasso alcolico è spaventosamente alto, e mentre pedali per la città semideserta senti il vento freddo che ti taglia le orecchie, ma non va a colmare il vuoto che hai lasciato. Io e te che siamo finalmente due cose divise, io che finalmente non appartengo più a te. resisterò a questa stupida voglia di te, dovuta solo alla mia solitudine ed al mio stupido bisogno di avere qualcuno a cui rivolgere l'ultimo pensiero notturno. Sarò io d'ora in avanti il mio solo ed unico pensiero, il primo la mattina e l'ultimo prima di addormentarmi. ma stasera il tasso alcolico è troppo alto, ed io sono così maledettamente sola.