venerdì 12 novembre 2010


Solo un grande, enorme vuoto. che cerco di riempire con i vuoti degli altri. e mi ritrovo la notte a leggere blog, blog scritti con stile e depressi. ho preso parte al dolore di persone che nemmeno conosco, ho sentito il loro vuoto come se fosse mio; ho unito il mio vuoto al suo. mi piacerebbe scambiarci i nostri vuoti. ma l'anonimato dato dalla rete è tanto sicuro quanto impersonale. A N O N I M A T O. 

Trascino i miei piedi per strada, ed evitare le pozzanghere diventa il mio unico pensiero. e a casa curvo la mia schiena sui libri, e non parlo più con nessuno. Quel pallone è diventato l'unico motivo per cui valga la pena uscire a prender freddo; correre dietro ad un pallone è la cosa più simile alla vita: mi smuove dentro qualcosa, e capisco che ancora sono viva. Quando le pozzanghere non sono più da evitare ma diventano semplicemente parte del terreno su cui corri, quando dopo 90 minuti non mi reggo più in piedi, quando le avversarie mi saltano ed io allora le rincorro, quando il cuore trema per il fischio d'inizio, quando tiro forte il pallone per fare un cambio campo, quando una botta presa mi fa sentire dolore, quando poi mi arrabbio e reagisco. La reazione, con quel pallone riesco a trovare una reazione, un riscatto. Poi mi tolgo le scarpette, le lavo, mi lavo, e mi infilo di nuovo le mie adidas sporche e rotte. E torna il grande vuoto. Tornano le pozzanghere da evitare, torna l'anonimato, torna il silenzio, con il suo vuoto che non si colma. Torni anche tu, a volte, torna anche il tuo pensiero che ancora fa male, torna il ricordo. E torna il vuoto.

Nessun commento:

Posta un commento