venerdì 22 aprile 2011

Non ci sono parole per descrivere il male che le ho fatto. Le ho tolto il sorriso, quel sorriso così bello, così spontaneo. Prima l'ho fatta illudere, e poi l'ho uccisa, leggevo il dolore nei suoi occhi, e non potevo fare niente se non guardarla, se non guardarla ed odiarmi per il male che le ho fatto. Non ci sono parole per questo. Ho confuso l'amicizia con l'amore. "Capita" mi dicono. Non a me. Non capita a me, non può capitare a me.
L'ho illusa che ci potesse essere un futuro, e poi l'ho uccisa. E chiederle scusa non basterà.

venerdì 14 gennaio 2011

E ti ritrovi così, senza capire, senza sapere, con mille voci in testa a cui non vuoi dare ascolto. E ti ritrovi così, con il senso di colpa che non ti lascia mai, che ti fa compagnia in ogni istante della giornata. Mi ritrovo così. E lei è così dolce, e così premurosa. Si prende cura di me, come nessuno faceva più da anni. Ma io non ho niente da offrirle, e continuo ad illudermi che col tempo imparerò ad amarla, continuo a ripetermi che magari le basta quel poco che ho, che non posso decidere io per lei, che non devo. E mentre la abbraccio sento il panico impadronirsi di me, ho paura, paura di farle male, e lei non se lo merita. Confusione. E poi silenzio. Silenzio intorno, silenzio dentro. Non parlo più, non voglio parlare, non so cosa dire. Non so cosa dirle. E mi chiedo come sarà quando ti rivedrò. Mi spaventa quel momento. Lei è tutto, anche se non è abbastanza; lei è tutto, ma quel tutto è ancora poco, lei è paga del suo gioco ed ha già quello che vuole. io cerco ancora, e così non spaventarti quando senti allontanarmi: fugge il sogno, io resto qua! Resto, perché adesso non posso scappare, resto perché da lei non me ne posso andare, perché da lei non me ne voglio andare. Ma sento che non è tutto, che non è IL tutto. E adesso? Adesso che lei c'è, adesso che non me ne posso andare, adesso cosa devo fare? Adesso cosa voglio fare?

lunedì 3 gennaio 2011

Il Turbamento Della Gelosia

E l'altro giorno mentre guardavamo un film le ho chiesto di rimanere a dormire da me, così, le parole sono uscite da sole, non lo so, ma averla accanto mi faceva stare bene. Ma lei è tornata nel suo letto, ed io sono rimasta qui, sola e confusa. E poi ieri sera eccola lì, di nuovo, quella sensazione, nello stomaco, come un coltello che ti entra dentro, e gira, lentamente, molto lentamente, dentro al tuo petto, proprio lì dove inizia lo stomaco; e ti toglie il respiro. E sorridi mentre dentro muori ancora, è il lato oscuro della solitudine, è il turbamento della gelosia. Perchè vederla ballare con lei, vederle entrare in bagno insieme, sì, è stato un coltello conficcato nel petto; vederle sorridere insieme mi ha tolto l'aria. Avevo abbassato le mie difese, con lei avevo aperto il cancello, e piano piano è entrata dentro di me, senza che nemmeno me ne accorgessi, senza che avessi il tempo di richiudere le porte. Non pensavo potesse succedere di nuovo, non pensavo potessi sentire di nuovo tanto male, non ora almeno. Era lì, era lì per me, ma io non c'ero, non volevo esserci, e così se n'è andata, con lei, in quel bagno.

E Grey's Anatomy insegna: “Ma, per quanto strano tu possa essere, è possibile che al mondo ci sia comunque qualcuno che ti voglia. A meno che, naturalmente, non ti stia già dimenticando. Perchè quando si tratta dell'amore, neanche gli strani possono aspettare per sempre.