lunedì 3 agosto 2009

Pensieri


Non sono mai riuscita a toccarti. Mai. Ho infilato le mani sotto la tua maglietta sudata, ho accarezzato i tuoi seni, ho sfiorato le tue gambe. Ma non sono mai riuscita a toccarti. E tu mi sussurravi di stare tranquilla, che non importava. Ma invece importava. Cazzo, sì che importava. Se andassi a letto con un ragazzo, mi importerebbe se lui non toccasse cò che rappresenta il mio esser donna, se non toccasse la parte che più riesce a procurarmi piacere. Perchè quando stai con una persona, vuoi che stia bene, fuori dal letto, ma anche sotto le lenzuola. Il sesso è uno dei requisiti fondamentali per lo stare bene di due persone. Ok, "stare" non è la parola più adatta al mio caso. Diciamo quando esci, che va già meglio. Anzi, quando frequenti. Quindi dicevo: perchè quando frequenti una persona, vuoi che stia bene, fuori dal letto, ma anche sotto le lenzuola. E non so bene cosa mi tenesse dall'allungare le mani, dallo spostarti le mutande e provare a toccarti anche lì...la paura di non essere all'altezza? La paura che la cosa potesse non piacermi? La paura che potesse non piacerti? La paura di una tua risata? Non lo so che cosa mi tratteneva, rimane solo il fatto che io ero lì, sdraiata su quel letto, ed ogni volta che le tue mani mi accarezzavano, nella testa un solo pensiero: "Dai, non puoi continuare ad avere paura. Imparerai col tempo ad amarla, ma devi iniziare, prima o poi.". Ed invece niente, ogni volta la stessa storia. E ti vorrei chiedere scusa adesso, ti vorrei dire che mi dispiace. E ti vorrei dire "Insegnami ad amare una donna. Insegnami ad amarti". E ti vorrei anche dire che per stare bene, mi serve il tuo sorriso. E ti vorrei baciare adesso. E vorrei bere una birra fresca nella tua camera sempre troppo calda, con te che metti la musica e che mi fai imparare ogni volta una canzone nuova. Già...ma tu non ci sei adesso. Ed io ho paura anche a mandarti un messaggio. E se tu fossi qui, sicuramente non cambierebbe niente: passerei le giornate in casa ad aspettare un tuo messaggio, ad aggiornare la pagina di facebook, a guardare il computer per vedere se mi contatti su msn. E non cambierebbe niente rispetto all'ultimo mese. E verrei da te a dormire, quando me lo chiedi. E raramente ti chiederei di dormire da me. E non ti chiederei niente su noi due, e continuerei a ridere delle tue battute su altre ragazze, ai tuoi racconti sulle tue conquiste, mentre dentro mi corrode la gelosia. E non riuscirei a toccarti. Nemmeno stavolta.

Ed intanto passa il tempo. E sembra passata un'infinità da quando sei partita. E sembra che manchi un'infinità al tuo ritorno. Ho passato mesi senza vederti, 30 giorni alla fine non sono niente. Ma il tempo senza te assume un'altra forma, un'altra durata...e sembra che non scorra, sembra che le lancette impieghino il doppio del tempo a completare un giro. Ed intanto scorrono giorni tutti uguali, giorni in cui le risate escono a metà dalla mia bocca, giorni di silenzio, in cui il rumore mi disturba. Passano giorni senza colore, giorni grigi senza te. E non ascolto quando qualcuno mi parla, lo guardo ed annuisco, ma dopo 3 parole già penso a te; e non riesco a studiare, e mi guardo intorno, ma in realtà non vedo niente, solo gente che mi è estranea, gente che non sei te. E mi manchi. E vorrei scrivertelo, ma non posso. Rideresti di me. Non mi risponderesti. Ti sto lasciando andare...e lo so da sola che il mio silenzio ti allontana ancora di più da me. Dovrei lottare per tenerti, ma ogni volta ti lascio andare...così...silenziosamente. Sono una codarda. Un coniglio, ecco cosa sono: uno stupido coniglio.

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