mercoledì 13 gennaio 2010

Tempo Perso


Quanto tempo che perdiamo quando siamo insieme...a guardarci, a fare battute, sempre con questi doppi sensi, a parlare di cose che poi fondamentalmente non ci interessano, a cercare pretesti per avvicinarci, perchè quando siamo vicine è tutto più facile, tutto viene naturale: tu che mi accarezzi, io che mi irrigidisco, tu che mi chiedi a che penso, anche se so benissimo che mica ti interessa, io che non te lo dico. E poi ancora carezze, e la lotta con me stessa per provare a resistere. Ma è solo così, giusto per avere la coscienza pulita la mattina dopo. Perdiamo un sacco di tempo, quando in realtà potremmo smettere di parlare dopo i saluti e ricominciare a parlare la mattina dopo. Che tanto poi finisce sempre che ci addormentiamo, e che tu ti avvicini a cercare i miei abbracci. Cosa vuoi da bere? Quello che hai purche' sia forte. Torno tra un momento, cerco un argomento,  recitare la mia parte. Già perché c'è sempre una parte da recitare, si farebbe molto prima se lei tornasse vestita soltanto del bicchiere.  Ed invece tu torni nella stanza vestita, con due bottiglie di vino rosso in mano, e sorridendo mi dici "scegli tu, dai...ma che sia buono, perché dobbiamo brindare al nuovo anno!". Scegliere il vino è sempre difficile, non ho gran gusto: bevo tutto. E così abbiamo finito la bottiglia, e poi tu sei venuta vicino a me. E poi io mi sono irrigidita. E nel mio cervello solo il vuoto. E sentivo già il tuo sapore sulle labbra. E così ti ho baciato. Essere senza alternative e senza futuro. Essere lì solo perché quello è ciò che volevo succedesse. Ed è quello ciò che è successo. E quello che è successo non è nient'altro che una questione di istinti primari, senza tempo e senza controllo. 

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