
Quando tu riesci a non aver più un ideale,perché osservando la vita sembra un'enorme pupazzata,senza nesso,senza spiegazione mai;quando tu non hai più un sentimento,perché sei riuscito a non stimare,a non curare più gli uomini e le cose [..] – quando tu vivrai senza la vita,penserai senza un pensiero,sentirai senza cuore – allora tu non saprai che fare:sarai un viandante senza casa,un uccello senza nido.Io sono così."
sabato 27 novembre 2010
Due

giovedì 25 novembre 2010

Tra un mese sarà Natale. Nelle città sono già stati messi gli addobbi, è partita l'ansia dei regali, e le lamentele perchè non ci sono i soldi. Ed il sorriso ipocrita nelle pubblicità sta già facendo il giro di tutta Italia. Tra un mese sarà Natale, ed io come al solito sento crescere dentro il panico, per quello che, fin da quando ho memoria, sarà ricordato come il giorno più brutto dell'anno. Perché diciamoci la verità: il Natale non è una festa per persone come me, che comunque credo di rappresentare buona parte della popolazione italiana: con una famiglia disastrata e disastrosa, due genitori che si odiano, i parenti con cui no ho niente a che spartire, sola, senza soldi, senza fede, senza speranze. E so già che appena arriverò, l'unica domanda che sapranno farmi dopo i saluti di rito sarà: "Dunque, quanti esami ti mancano?". E forse hanno anche ragione, perché dovrei finirla quest'università. Ma cazzo, anziché stare a puntare il dito, perché non provano a chiedermi qual è il problema? O meglio ancora: perché non provano a tenere chiusa la bocca? Cazzo, cazzo, cazzo. Non mi era mai presa l'ansia natalizia con così largo anticipo. Merda. Ancora un mese, e già non vedo l'ora di trovarmi a gennaio, quando gli spazzini puliranno lo sporco lasciato dal vecchio anno, i venditori svenderanno le sempre troppe rimanenze, le persone torneranno ad essere le solite merde, senza finti buonismi, torneranno a pensare per sè, cercando di comprarsi la maglietta che avevano visto ad inizio stagione ma che non si erano potute comprare, lamentandosi comunque per il prezzo che sembra ancora troppo alto. Ed io tornerò ad essere sola senza sentirmi poi così diversa. Ed almeno fino a Pasqua potrò respirare un po'. Ed avevo pensato di andare a lavorare per il giorno di Natale, guardare le facce tristi di altre persone che fingono di divertirsi mi fa sentire meglio. Ma i nonni si sa, invecchiano, e magari sarà l'ultimo Natale che passerò con loro. Non posso perderlo. Non voglio perderlo. Ed allora metto da parte l'orgoglio e la tristezza, e vado. Manca ancora un mese, e già comincia a mancarmi l'aria. Cazzo.
mercoledì 24 novembre 2010
Chiedimi se sono felice
E non lo so cos’è, forse il sole che stamani con prepotenza si è presentato ai miei occhi ancora assonnati, forse le risate che mi sono fatta ieri sera in partita, forse semplicemente è una giornata. Non lo so. So solo che mi sono alzata piena di buoni propositi, so solo che mentre ero in macchina sentivo dentro una serena tranquillità, e guidavo piano, e non mi arrabbiavo con gli idioti che normalmente popolano le strade, e sentivo il sole caldo sul mio viso, e l’aria fresca che entrava dal finestrino aperto. Ed ero tranquilla. E sono tranquilla. E dopo pranzo mi metterò a studiare, che voglio laurearmi, per poi fare finalmente qualcosa che mi piace. Mi metterò a studiare ciò che non mi piace, ciò che non mi servirà mai nella vita. Devo riparare alle scelte sbagliate, devo crescere, voglio cambiare; voglio essere felice. Voglio essere felice.
Voglio essere felice, con me e per me.

sabato 20 novembre 2010
venerdì 19 novembre 2010
Una serata piacevole, una piacevole serata in compagnia, una serata quasi perfetta. Un caffè al bar, ed una passeggiata lunghissima: niente birra, niente strani giochi di attrazione né alcun sentimentalismo, una serata come non passavo da tanto tempo. Una serata a parlare, e tu che non sei più nei miei pensieri. Per tre ore non ti ho mai pensata, né ti ho mai rimpianta. Stavo bene, lì al freddo, a camminare, e camminare, ed ancora camminare. E nel frattempo parlare. Sorprendente quanto ho parlato stasera…senza mai scendere nei particolari, ma per tre ore sono riuscita a sostenere una conversazione che in parte riguardava anche me. O che forse riguardava solo me. Io non faccio domande, non mi interessa sapere la vita degli altri, non mi interessa più. Ma è stato bello vedere che qualcuno si interessa della mia. e stavo bene, ecco cosa sentivo dentro: solo una profonda pace. E tu non c’eri più, e non è che lei ha preso il tuo posto, né mai lo prenderà…ma stasera lei mi ha fatto sorridere. E mi ha distratto dai soliti pensieri. E prima di rientrare in casa, mi sono fermata per strada a rollarmi una sigaretta, e da sola al freddo me la sono fumata. Sotto un cielo nuvoloso, col naso che colava, sono rimasta lì, immobile davanti al portone di casa, guardando il fumo denso uscire dalla mia bocca per disperdersi nel niente. Volevo tenere ancora un po’ dentro quella sensazione di pace, che so già che presto si dissolverà. Ma per stasera finalmente potrò sorridere andando a dormire, per stasera non sentirò quel vuoto che ogni sera non mi fa addormentare, e mi costringe a rannicchiarmi in un angolino del letto troppo grande e troppo freddo. No, per stasera ci sono io, e non ci sei te; per stasera ci sono io, e c’è un gran sorriso dentro di me.
domenica 14 novembre 2010
venerdì 12 novembre 2010

Solo un grande, enorme vuoto. che cerco di riempire con i vuoti degli altri. e mi ritrovo la notte a leggere blog, blog scritti con stile e depressi. ho preso parte al dolore di persone che nemmeno conosco, ho sentito il loro vuoto come se fosse mio; ho unito il mio vuoto al suo. mi piacerebbe scambiarci i nostri vuoti. ma l'anonimato dato dalla rete è tanto sicuro quanto impersonale. A N O N I M A T O.